Nato a Modena, il 12 gennaio 1927, ed ivi residente, trapanista. Visse nella fimiglia un antifascismo sostanziato da spirito critico e di opposizione alla dittatura. E’ perciò comprensibile che, appena diciassettenne, non ancora soggetto alle leve neofasciste, William, col nome di battaglia “Berto”, abbia aderito al movimento gappista nell’ambito della Brg. “XII Mario”. Divenne caposquadra per il suo coraggio e la sua determinazione nelle diverse azioni in territorio urbano e nel forese, cui prese parte. Nel marzo 1945, nel corso di un audace tentativo di recuperare armi, egli perse la sua giovane vita. Il padre Giovanni, successivamente arrestato, subì tali torture da indurlo a suicidarsi. Entrambi hanno ben meritato la Medaglia d’Argento alla Memoria, al V.M. Riportiamo qui la motivazione per Wlliam: <<Formato dal padre dal culto e nell’amore per la libertà e la patria, pur giovanissimo ne seguiva con fervido entusiasmo le gesta arruolandosi nelle formazioni della Resistenza e battendosi con temeraria risolutezza in numerose, rischiose azioni di guerriglia, procurando notevoli perdite al nemico. Nel corso di una pericolosa missione, intesa a recuperare le armi che erano in una casa di un terribile, noto esponente avversario, colpito da questi di sorpresa con una raffica di mitra, cadeva eroicamente al grido di “Viva l’Italia e la Libertà!”>> (Comunicazione del Comando del Presidio di Modena).
E’ ricordato: nel Sacrario ai piedi della Ghirlandina a Modena; nel Famedio partigiano del cimitero di S. Cataldo, Pure a Modena; nella Intitolazione di una via al suo nome a Modena; nella Lapide all’interno delle officine Fiat di Modena; nell’Aiuola Monumento di piazzale Risorgimento.