Una proposta di legge per tutelare il patrimonio storico della guerra di Liberazione e della lotta partigiana. L’ha proposta alla discussione del Parlamento italiano l’Onorevole diessino Valdo Spini nello scorso ottobre. Prendendo atto del rischio di dispersione di questo patrimonio storico, per non parlare dello stato di cattiva manutenzione in cui giacciono archivi, lapidi e documentazioni, Spini chiede che si provveda, da parte di Stato, Regioni ed Enti locali, al finanziamento di opere di salvaguardia. Nell’introduzione alla proposta si legge la frase di Pietro Calamandrei: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”. La proposta di legge elenca sei tipi di intervento a favore del patrimonio storico della guerra di Liberazione:
a) edifici e manufatti sedi delle formazioni partigiane
b) fortificazioni campali, camminamenti, strade e sentieri militari
c) cippi, monumenti, stemmi, graffiti, lapidi, iscrizioni e tabernacoli
d) reperti mobili e cimeli
e) archivi documentali e fotografici pubblici e privati
f) ogni altro residuato avente diretta relazione con le operazioni belliche
Sono ovviamente vietati quegli interventi che altererebbero le caratteristiche materiali e storiche degli oggetti.
Un decreto del Ministro per i Beni culturali dovrebbe poi nominare un Comitato tecnico-scientifico, col compito di esprimere pareri e formulare proposte per attuare la legge. Attraverso la domanda alla soprintendenza si accederebbe ai finanziamenti statali, mentre alle Regioni spetterà un ruolo di coordinamento. Una legge di grande importanza anche per il territorio modenese, ricco di monumenti legati alla guerra di Resistenza.