Palestina e Ucraina: ancora bombe sulla pace
Un commento di Vanni Bulgarelli, Presidente provinciale ANPI
I bombardamenti russi su obiettivi civili in diverse città dell’Ucraina, incluso l’ospedale pediatrico della capitale, sono una l’inequivocabile criminale risposta ai vari tentativi, più o meno onesti, di avviare un vero negoziato per fermare la guerra e costruire la pace giusta. La dittatura russa ribadisce in questo modo l’obiettivo, chiaro sin dall’inizio dell’aggressione: annientare l’Ucraina annettendola con la forza e imponendole un governo fantoccio, per ricostruire una sfera di influenza esclusiva, come ai tempi dell’Unione Sovietica. Quindi, ricordando Tacito: “fare un deserto e chiamarlo pace”.
Questa è l’idea di multilateralismo, che la dittatura russa condivide con altre dittature come quella cinese, nordcoreana e iraniana fornitori di armi e fomentatori della escalation russa.
A Gaza l’esercito israeliano ha compiuto l’ennesima strage, continuando lo sterminio e l’oppressione di un popolo vittima duplice dell’occupazione israeliana e del terrorismo fondamentalista di Hamas. Anche in questo caso appare chiaro il disegno dell’estrema destra che da troppo tempo governa Israele: annientare i palestinesi cacciandoli dalle loro terre, utilizzando in modo indiscriminato la lotta al terrorismo come alibi per distruggere Gaza e occupare la Cisgiordania.
Su entrambi i conflitti debole e contraddittoria è la posizione degli stati europei e della afona Unione Europea, incapace di svolgere un vero ruolo da protagonista, per creare le condizioni di una stabile coesistenza pacifica, rispondendo in modo inequivocabile agli aggressori e aiutando gli aggrediti. Gli Stati Uniti adottano il consueto doppiopesismo, che li ha visti sempre più emarginati dallo scacchiere mediorientale. Il gruppo dei BRICS, aggregato quanto mai variegato, sembra indifferente alle tragedie in atto e a quelle che incombono sul mondo, impegnato a trattare affari e a rosicchiare quote di potere a un occidente disorientato, alle prese con la sua crisi strategica.
Il movimento pacifista internazionale con le sue molteplici articolazioni, sembra incapace di incidere sui processi reali. Occorre evitare che l’opinione pubblica ancora tenacemente ancorata ai valori di pace e cooperazione, sia sempre più presa dall’impotenza e dall’abitudine alla guerra. Anche per questo ANPI continuerà a promuovere, come fa quotidianamente, l’impegno delle proprie strutture territoriali e a partecipare a iniziative che costruiscano nell’unità una alternativa di pace, in Palestina, in Ucraina e negli altri paesi devastati da conflitti più o meno estesi, superando ideologie e pregiudizi, compresi i rigurgiti di antisionismo e antisemitismo, che indeboliscono ogni programma pacifista.
Le prossime “pastasciutte antifasciste”, momento di incontro per migliaia di antifascisti modenesi, saranno occasione per festeggiare, con la caduta del fascismo 81 anni fa, l’80° compleanno di ANPI e il modo migliore per farlo sarà quello di ribadire in ogni evento la nostra lotta per la pace.