La revoca della cittadinanza onoraria, attribuita nel 1924 a Mussolini da tanti comuni in Italia, è stata da tempo proposta dall’ANPI e da un vasto arco di organizzazioni democratiche di varia ispirazione culturale e politica. Diverse amministrazioni comunali, anche in provincia di Modena, hanno avviato l’iter e alcuni Consigli comunali hanno votato a favore della revoca come quelli di San Cesario nel 2021, di Vignola nelle scorse settimane con un pronunciamento unanime, e ieri a Castelnuovo Rangone, con il solo voto contrario delle destre. In altri comuni ci si appresta a farlo come a Modena la prossima settimana.

A Carpi, anche in relazione al meccanismo previsto per tali delibere dallo Statuto comunale, la delibera non è stata approvata con il quorum richiesto. Si tratta di un fatto gravissimo. Ancora più gravi e inaccettabili sono stati i comportamenti e le motivazioni di chi si è sottratto al voto uscendo dall’aula. Riconosciamo la coerenza e l’impegno delle forze di maggioranza, che hanno sostenuto il provvedimento presentato.

Negli interventi delle opposizioni è andato in onda il peggiore armamentario del revisionismo, con affermazioni che testimoniano ignoranza dei fatti storici, malafede, distorsione grottesca di ciò che è stato il regime fascista, e il suo capo, e quanti lutti hanno generato nelle nostre terre e a Carpi in particolare. E’ stata offesa la memoria di chi ha combattuto il fascismo anche con la vita e con loro l’intera città di Carpi. L’attacco all’ANPI e ad altre associazioni democratiche, che con noi hanno sostenuto la proposta, è il vergognoso corollario di chi non ha argomenti.

Qualcuno in aula ha sostenuto che la cittadinanza onoraria al duce era stata conferita a riconoscenza di una sua beneficenza a un istituto di carità cittadino, ignorando che l’iniziativa era stata assunta dal governo fascista e imposta a tutti i comuni d’Italia. Dopo la vittoria fascista alle elezioni del 1924, si doveva costruire il culto della personalità di Mussolini, premessa alla fine delle libertà e della democrazia, che avevano consentito al fascismo di prendere il potere; l’anno stesso dell’assassinio di Giacomo Matteotti. L’idea strisciante che “il fascismo ha fatto anche cose buone” continua a fondarsi sul pregiudizio ideologico e sull’ignoranza della storia.

La revoca della cittadinanza onoraria al duce dimostra una volta di più la sua straordinaria efficacia visto che fa emergere la doppiezza, l’ignavia e l’opportunismo di forze politiche che invece dovrebbero cogliere anche questa occasione per chiudere definitivamente con il fascismo, con la sua cultura, con il suo lascito tossico, con la nostalgia per una dittatura sanguinaria e liberticida che ha portato l’Italia alla catastrofe dell’alleanza con la Germania nazista e alla tragedia della guerra.

Sorprende che forze non dichiaratamente di destra abbiano addotto mirabolanti pretesti di varia natura per non approvare un atto lineare, che va assunto non come riscrittura di fatti storici, ma come simbolico rinnovato impegno antifascista per la libertà, la democrazia, la pace in un momento così difficile per l’Italia e l’Europa.

L’ANPI continuerà più che mai a combattere interpretazioni distorte e nostalgie della dittatura, a riaffermare l’attualità dell’ideale antifascista, a partire dalle prossime celebrazioni del 25 aprile, Festa della Liberazione di tutti i cittadini, anche di quelli che stavano con i nazisti.