È stata proprio l’importanza strategica della dorsale appenninica in cui si trova Marzabotto, dalla quale si potevano controllare le valli del Reno e del Setta, che ne ha fatto, nel corso del secondo conflitto mondiale, uno dei principali teatri di scontri e di imprese partigiane in Emilia-Romagna.
Fino alla metà di settembre del 1944, la Linea Gotica tedesca, che divideva l’Italia dall’Adriatico al Tirreno, nella zona era attestata tra Lagaro e Vergato. Ma sotto l’incalzare delle truppe angloamericane, che in pochi giorni conquistarono Monzuno e una parte del territorio di Grizzana, dove rimasero per quasi 6 mesi, i tedeschi furono costretti ad arretrare la prima linea fino a Monte Sole. Fu durante la ritirata che le truppe germaniche e, in particolare i reparti comandati dal maggiore Walter Reder, perpetuarono il feroce massacro della popolazione civile, accusata di appoggiare la brigata partigiana Stella Rossa. Il 29 settembre, con una sistematica manovra di accerchiamento, le truppe tedesche, guidate da gruppi fascisti, iniziarono la salita verso la vetta di Monte Sole, sterminando l’inerme popolazione civile in 38 diverse località. In questa operazione, che si protrasse sino al 5 ottobre, persero la vita oltre 700 persone, quasi esclusivamente vecchi, donne e bambini. La larga striscia di territorio fra Grizzana e Monte Sole divenne “terra di nessuno”: furono scavate trincee e buche per le postazioni di artiglieria e la zona venne abbondantemente minata e fatta oggetto di cannoneggiamenti e bombardamenti. I pochi sopravvissuti al massacro furono costretti a lasciare la montagna, e lo stesso fecero i partigiani. L’abbandono del territorio tra Setta e Reno fu inesorabile. Sotto le bombe crollarono quasi tutti gli edifici e l’estensione dei campi minati rese insidiosa, anche dopo il termine della guerra, gran parte della zona. Forse anche per non convivere con i dolorosi ricordi di un massacro le cui reali dimensioni furono chiare solo alla fine della guerra, pochi hanno ricostruito le abitazioni perdute sulle montagne, nel frattempo riconquistate dalla natura.