Nel cortile interno della Facoltà di Giurisprudenza si trovano quattro lapidi che ricordano studenti e docenti dell’ateneo modenese morti sia a causa della persecuzione ebraica, sia nelle vicende della Seconda guerra mondiale, sia nella Lotta di Liberazione. Negli anni della dittatura, l’Università di Modena subisce la totale fascistizzazione. L’ateneo è perfino in prima linea nella mobilitazione per la campagna coloniale, quella antisemita e poi quella bellica. L’entrata in guerra costituisce però il momento decisivo per il distacco di molti intellettuali e di gran parte dell’ambiente accademico locale dal regime. Lo spartiacque dell’8 settembre 1943 è per gli studenti e i docenti dell’ateneo la drammatica occasione per compiere una scelta che mai come allora avrebbe unito così profondamente i destini individuali e collettivi della comunità. L’università ospita anche una sede clandestina del Comitato di Liberazione Nazionale, offrendo un contributo importante all’organizzazione della Resistenza. Per queste ragioni nel dopoguerra l’ateneo viene insignito della Medaglia d’Argento al Valore Civile per la partecipazione alla Lotta di Liberazione. Dopo la guerra, gli studenti caduti nella Resistenza ricevono la laurea honoris causa. A titolo esemplificativo si ricordano Alessandro Cabassi, Mario Allegretti e Antonio Ferrari.

 

 

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Caduti commemorati in questo monumento

MARIO ALLEGRETTI

ALESSANDRO CABASSI