La Resistenza dei militari in Italia: i Gruppi di Combattimento
I Gruppi di Combattimento Cremona, Friuli, Folgore, Legnano, Mantova e Piceno sono sei divisioni dell’esercito cobelligerante italiano, costituite nel settembre 1944 sulla base del precedente Corpo di Liberazione Italiano (CIL). Composti da più di 50.000 uomini, sono impiegati dall’autunno del 1944 fino alla primavera del 1945, in particolare sulla linea Gotica, in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte.
Nei Gruppi di Combattimento entrano interi reparti partigiani, realizzando una sintesi, che si rivela presto militarmente vincente, tra forze armate regolari e combattenti della guerra cosiddetta “irregolare”. L’esempio più importante di questa sintesi è rappresentato dall’inserimento ufficiale dalla 28a Brigata Garibaldi “Mario Gordini” nelle file del Cremona. I partigiani di Arrigo Boldrini, il comandante Bulow, e i soldati dell’esercito combattono insieme la battaglia sul Senio e liberano la zona del Delta del Po, arrivando fino a Venezia.
I Gruppi Friuli e Folgore partecipano anch’essi alla battaglia sul Senio e poi, al fianco degli Alleati, alla liberazione di Bologna e dell’area circostante. Così si muove anche il Legnano, che però giunge a Brescia, Bergamo e Torino. Il Mantova, invece, non viene impiegato perché la fine della guerra arriva prima del suo approntamento in linea.
La convivenza tra due mondi così diversi, quello militare regolare e quello partigiano, non è sempre facile o scontata, ma nella realtà della lotta contro il nemico comune le difficoltà vengono superate dall’emergenza e dalla necessità dell’unità. Riemergeranno, tuttavia, in tutta la loro evidenza, a guerra finita, quando molti partigiani verranno allontanati dall’esercito.
16 Giugno 2016 — aggiornato il 16 Giugno 2016