Il 12 gennaio 2007 scorso si sono svolti i funerali di Nico Azzi, 55enne, morto per una crisi cardiaca. Per le celebrazioni è stata scelta la basilica di Sant’Ambrogio, chiesa simbolo, quanto il Duomo, della città di Milano.
Niente di strano, se non fosse che questo personaggio, non molto conosciuto, era in realtà un ex terrorista nero, mancato stragista per caso. Perché quel 7 aprile del ‘73 mentre stava preparando l’innesco di due saponette di tritolo militare, si fece scoppiare invece l’ordigno tra le gambe e rischiò di morire dissanguato nella toilette del treno Torino – Roma. Grave insuccesso per un fascista D.O.C. come lui, che aveva preparato il colpo nei minimi dettagli (per esempio lasciando in giro per le carrozze alcune copie di “Lotta Continua” giusto per far capire di chi fosse la responsabilità dell’attentato). Così cercò immediatamente di rifarsi fornendo bombe ai neofascisti per una manifestazione a Milano, sempre nel ’73. Questa volta il tentativo andò a segno: una di quelle bombe colpì in pieno un agente, Antonio Marino (22 anni), uccidendolo e ferendo altre persone. Nico Azzi fu condannato a 13 anni di carcere per il treno e a 2 per le bombe di Milano; le aveva solo procurate, non lanciate!
Ultimamente Azzi si era avvicinato a Forza Nuova, come testimonia il sentito e commosso ricordo pubblicato sul sito dell’organizzazione: «Le parole sono insufficienti a descrivere il dolore… Altrettanto povere sembrano le parole per descrivere il tributo di gratitudine e affetto che Nico ha saputo meritare nei confronti di tutte le generazioni forzanoviste, soprattutto verso le più giovani schiere militanti…».
Perciò non era mica il funerale di uno qualsiasi… necessitava sicuramente di una degna cerimonia in pompa magna: naziskin con crani super rasati e anfibi lustri a scortare la bara, un tricolore fascistissimo con tanto di aquila rampante sul fascio littorio, bandiere con croci celtiche al vento e il camerata Ignazio La Russa presente all’appello, ovviamente a titolo personale. L’ “Onorevole” avrà così avuto modo di evocare i bei tempi andati, quando lui e Azzi erano insieme militanti della Fenice, la famiglia milanese di Ordine Nuovo. Ed è prontamente insorto in difesa del vecchio amico, contro chi aveva criticato la messa nella Basilica milanese, accusando di “fare discriminazioni odiose” e di “dimenticare la pietà cristiana”.
L’On. La Russa ci vuole proprio strappare un sorriso (incredulo e divertito…)! Da quando il tema della “discriminazione” gli sta così a cuore? Questa ce l’eravamo persa… ah, forse è una di quelle parole che assumono significati diversi a seconda dei contesti… per il “povero Nico” va bene, per i simboli nazi-fascisti portati fin dentro una chiesa ed emblemi di ben altre DISCRIMINAZIONI, no.
E pensare che lo stesso La Russa, il giorno prima, aveva accettato con entusiasmo l’invito degli Amici di Israele a partecipare alle celebrazioni delle vittime della Shoah, il 27 gennaio.
Insomma, non è una bella situazione per lui (e per il suo partito AN), criticato da una parte per l’incapacità di prendere le distanze, se difficilmente dal suo passato, almeno dagli attuali gruppi neofascisti/nazisti fuori della legalità costituzionale, e dall’altra di essere un “rammollito”, di non essere nemmeno più capace di rendere omaggio ad Azzi con un saluto romano, per imbarazzo…
Ma la più bella è questa famosa “pietà cristiana”, pronta a saltar fuori nei momenti meno opportuni… Per esempio a proposito di un ex terrorista che aveva dimostrato uno straordinario, e soprattutto CRISTIANO rispetto della vita umana altrui, devo dire… Ma dopotutto, si giustifica l’abate di Sant’Ambrogio, Nico Azzi era diventato un padre premuroso, che accompagnava la figlioletta proprio nell’oratorio della basilica milanese…
Se così stanno le cose, viene però spontanea una riflessione: perché per un personaggio come Azzi ci sono mille giustificazioni e per altri no? Perché questa tanto declamata “pietà cristiana” è stata negata, invece, ad un altro uomo che non aveva mai tentato di compiere stragi di massa, ma semplicemente di porre fine alle sofferenze di una vita dipendente da cure mediche e macchinari?! Perché la risposta della Chiesa Cattolica ad una morte dignitosa, scientificamente non valutata come eutanasia, è stata la scomunica? Nico Azzi merita la pietà cristiana più di Piergiorgio Welby?
È “disorientamento” ideologico, o ipocrisia…?!
Preferirei non firmarlo…sapete com’è…non vorrei assaggiare la morbidezza degli anfibi o delle mazze da baseball dei nazistelli locali! a quanto pare non è così improbabile e mi hanno già inquadrata.