Basta spazi pubblici alle formazioni neofasciste, Bologna cambia i regolamenti comunali
Stop anche ai gadget fascisti in fiere e mercati. Presentata la delibera dell’assessore Aitini
Il comune di Bologna vuole vietare la concessione di spazi pubblici ai movimenti neofascisti e impedire la vendita di oggetti riferiti al partito fascista in mercati e fiere. E annuncia novità anche per la concessione di sale e del patrocinio del Comune.
La strada è quella della modifica di cinque regolamenti comunali. Una battaglia portata avanti dall’assessore bolognese Alberto Aitini che dopo aver annunciato una delibera sulla materia oggi l’ha presentata in commissione.
Tutto nasce da un odg approvato dal Consiglio comunale a dicembre poi gli uffici, in modo molto diretto e concreto, hanno esaminato e tradotto in norma le indicazioni e preso in considerazione l’ipotesi di modificare i regolamenti.
La prima modifica riguarda il regolamento per l’occupazione del suolo pubblico: viene inserito un passaggio che punta ad “evitare attività che si richiamano direttamente all’ideologia fascista, ai suoi linguaggi, rituali e alla sua ideologia o in cui si esibiscano e pratichino forme di discriminazione”. Chi vorrà chiedere un’autorizzazione per una manifestazione dovrà sottoscrivere una dichiarazione in cui “si impegna sotto la propria responsabilità al rispetto della dodicesima Disposizione transitoria e finale della Costituzione”, che vieta la riorganizzazione del disciolto partito fascista.
Del tutto simili le integrazioni proposte per gli altri regolamenti. Per l’assegnazione di immobili comunali si specifica che l’inosservanza della norma “costituisce causa di decadenza dell’assegnazione”. Per quanto riguarda la concessione di sale e del patrocinio del Comune, potrà scattare anche una sanzione già in vigore in caso di mancato rispetto del regolamento e cioé la possibilità di negare l’uso delle sale “per un periodo massimo di un anno”.
Ci sono poi le norme sulla collaborazione con i cittadini per i beni comuni: in questo caso, l’inosservanza è “causa di decadenza dal patto”. C’è poi un’integrazione che punta a modificare anche il regolamento dei mercati e delle fiere: sarà “vietata la vendita di riproduzioni di beni raffiguranti persone, immagini o simboli riferiti al Partito fascista, fabbricati in epoche storiche successive al ventennio fascista”.
“Sono molto soddisfatto – ha sottolineato l’assessore Aitini – la delibera va nella direzione di quanto chiesto dal Consiglio: è una misura che abbiamo fortemente voluto e che la Giunta ha portato avanti nei tempi più rapidi possibili”.
Fonte: globalist.it