Anderlini e Paltrinieri assassinati dai fascisti
L’esecuzione è avvenuta all’alba del 22 febbraio 1944, al Poligono del Tiro a segno della Sacca, a seguito della sentenza del Tribunale di guerra fascista insediato all’Accademia Militare, sede del comando militare della sedicente repubblica di Salò. Nei manifesti che ne annunciavano il decesso, Arturo Anderlini e Antonio Paltrinieri vennero bollati come “Traditori e mercanti della Patria”. Il loro “tradimento e mercimonio” era consistito nell’aver assistito militari alleati evasi dai campi di prigionia ed ebrei in fuga.
Non bisogna “mai dimenticare” che non ci furono solo i nazisti coi lager, a macchiarsi di orrendi delitti. I fascisti non sono stati di certo da meno nell’assecondare i loro alleati in azioni di violenza e repressione.
L’assassinio di Anderlini e Paltrinieri è stato un primo inconfondibile segnale di questa abberrante vocazione.
Arturo Anderlini era uno stimato esercente titolare di un negozio di ottica nel centro storico di Modena, Antonio Paltrinieri era conosciuto a San Felice per la sua onestà e generosità. Un nobile gesto di solidarietà e di umanità è costato loro la vita. Non dimentichiamoli!
Nè possiamo dimenticare l’abbinamento di comodo del vice presidente del Consiglio on. Fini tra nazismo e comunismo, parlando di Shoah, pur sapendo che i cancelli di Auschiwitz furono abbattuti dall’Armata Rossa e che nel frattempo i ragazzi di Salò, applicando il decreto legge di Almirante, fucilarono a tutto spiano i giovani renitenti come i 10 di Renno di Pavullo al Forte Urbano di Castelfranco, come Ultimo Martelli e Giancarlo Tincani al Poligono di Tiro a segno della Sacca. E non vi è nessun revisionismo storico che possa cancellare queste infamie tutte di stampo fascista.