Ci troviamo nel luogo in cui l’11 aprile 1945 il partigiano Emilio Bigi viene ucciso dai fascisti. Questa brutale esecuzione è documentata nel primo fascicolo dell’Armadio della Vergogna che si riferisce alla provincia di Modena: «ignoti militi delle Brigate Nere» lo eliminano nel corso di un rastrellamento; nello stesso giorno, secondo la “Cronaca Pedrazzi”, le bande armate del PFR sparano ad Alfio Ronchetti mentre percorre in bicicletta la via Emilia Ovest nell’abitato della Madonnina. La struttura riprende il motivo della colonna mozzata per richiamare la violenza che ha spezzato la vita del partigiano “Sole”. Dopo il restauro, avvenuto in anni abbastanza recenti, è stata rimossa l’epigrafe originaria «nell’ora in cui il trionfo della libertà doveva renderlo all’amore della famiglia, cadeva a Freto di Modena trucidato dai nazifascisti»: questa chiave di lettura induce a riflettere sulla vicenda di un uomo maturo che ha abbandonato i cinque figli minorenni per cacciare i tedeschi da Modena e costruire un ordine sociale alternativo insieme ai partigiani.

 

 

 

 

 

 

 

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Caduti commemorati in questo monumento

EMILIO BIGI