L’amnistia del 1946
Il 22 giugno 1946 entra in vigore il “Decreto presidenziale di amnistia e indulto per reati comuni, politici e militari” avvenuti durante il periodo dell’occupazione nazifascista. La legge è stata proposta e varata dal ministro di Grazia e Giustizia del primo governo De Gasperi, Palmiro Togliatti, segretario del PCI.
L’amnistia, che prenderà il nome dal suo promulgatore, comprende il condono della pena per reati comuni e politici condannati a un massimo di 5 anni. Nelle intenzioni del legislatore, dunque, reati gravi e gravissimi non sono inclusi nel provvedimento, che tuttavia subirà – in particolare dopo l’estromissione dei comunisti dal governo, nel febbraio 1947 (terzo governo De Gasperi) – un’estensione indiscriminata, anche dovuta alla mancata epurazione della magistratura.
Scopo del decreto era, in un primo momento, quello di giungere quanto prima a una pacificazione nazionale, per evitare che l’epurazione rallentasse ulteriormente la ricostruzione materiale del paese. Con l’amnistia vengono scarcerati migliaia di fascisti, che si sono resi responsabili, anche, di vere e proprie atrocità, tuttavia non considerati tali dai giudici: è il caso, ad esempio, dello stupro di gruppo ai danni di una partigiana, ritenuto dalla magistratura una semplice offesa al pudore e all’onore, e quindi amnistiato.
Il provvedimento di amnistia scatena fin da subito malumori e tensioni, soprattutto nel nord Italia, dove la lotta di Liberazione è stata più duratura, e quindi più intensa, rispetto ad altre parti del paese. Le polemiche provengono soprattutto dall’associazionismo partigiano e dai perseguitati politici antifascisti, che non accettarono di buon grado la scarcerazione dei loro aguzzini, soprattutto se nel contempo restano in carcere partigiani arrestati per azioni compiute durante l’occupazione o subito dopo la liberazione. Anche la base del partito contesta duramente il segretario del PCI.
L’amnistia cosiddetta Togliatti sarà seguita da altri provvedimenti, che amplieranno la casistica dei crimini condonabili. Nel 1948 vengono estinti; nel 1953 l’amnistia, accompagnata dall’indulto, è applicata a tutti i reati politici commessi entro il giugno 1948.
(fonte: M. Franzinelli, L’amnistia Togliatti. 22 giugno 1946: colpo di spugna sui crimini fascisti, Milano, Mondadori, 2006)
9 Febbraio 2011 — aggiornato il 16 Giugno 2016