La Resistenza dei militari in Italia: dal Primo Raggruppamento al CIL
Il Corpo Italiano di Liberazione (CIL) è un’unità militare organizzata nella primavera del 1944 dal Regno del Sud, sulla base del Primo Raggruppamento Motorizzato, impegnato, tra il dicembre 1943 e il marzo 1944, al fianco degli Alleati sulla linea Gustav, in particolare nelle battaglie di Montelungo e Monte Marrone. I circa 5.000 uomini del Primo Raggruppamento diventano, il 18 aprile 1944, con la costituzione del CIL (guidato dal generale Umberto Utili), circa 25.000, grazie anche all’apporto di reparti della divisione Nembo rientrata dalla Sardegna. L’impegno del CIL ha un forte significato politico, poiché corrisponde al riconoscimento effettivo, da parte degli anglo-americani, della cobelligeranza italiana.
Il CIL è impiegato sul settore adriatico, in particolare in Abruzzo e nelle Marche, contribuendo alla liberazione di numerosi centri abruzzesi e di Ancona, Filottrano e altre località, insieme al II Corpo polacco. Dopo la liberazione di Roma e nel contesto della grande estate partigiana del 1944, il CIL viene sciolto per permettere la costituzione dei più importanti Gruppi di Combattimento.
Al di là delle truppe di terra, le forze armate italiane del Regno del Sud partecipano alla campagna alleata con reparti della marina e dell’aeronautica. Per quanto riguarda la prima, «navi e uomini [sono] impiegati in missioni diverse: da quelle più propriamente di guerra o comunque speciali alle attività antisommergibile, da quelle di dragaggio e di scorta convogli a quelle di trasporto e di addestramento, soprattutto nel Mediterraneo e in Adriatico, ma anche nel Mar Rosso e nell’Oceano Indiano». Le forze aeree sono invece impiegate perlopiù nei Balcani, «in supporto di reparti partigiani e regolari iugoslavi, alleati e italiani» (Corpo Italiano di Liberazione, in E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi, Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, 2006, p. 599).
16 Giugno 2016 — aggiornato il 16 Giugno 2016