Il quarantesimo anniversario della Liberazione trasforma il cancello d’ingresso al Parco Novi Sad di via Molza e via Bono da Nonantola nel luogo della memoria di tutti i fucilati della Piazza d’Armi. Il Comitato per le celebrazioni e l’Amministrazione municipale spostano le lapidi che si trovano in vari punti del perimetro dell’ippodromo in una sola parete e la dedicano ai partigiani caduti sotto i colpi dei plotoni d’esecuzione nazi-fascisti «per rinnovato ricordo e impegno antifascista della città». Nell’immediato dopoguerra le tre epigrafi sono state collocate nei luoghi esatti in cui sono avvenute le uccisioni, ma una massiccia risistemazione dell’ex-ippodromo, il degrado del tempo e la speranza di preservare i moniti delle vicende più tragiche della Resistenza inducono le istituzioni a restaurare i marmi e a sganciarli dai contesti originari. Negli anni del fascismo il complesso della Piazza d’Armi era utilizzato come ippodromo e costituiva uno spazio “polifunzionale” da adibire a manifestazioni di carattere militare, ginnico o celebrativo; questo luogo rientrava nell’area che la ‘città fascista’ destinava alla ‘mens sana in corpore sano’ insieme alle piscine Dogali e allo stadio Cesare Marzaglia – oggi dedicato ad Alberto Braglia -, costruiti per rispondere alle richieste di educazione fisica della nazione del regime.
Galleria
Caduti commemorati in questo monumento
FLORIANO ZAMBELLI
SERGIO BERGONZINI
ANTICHIANO MARTINI
OSVALDO MORSELLI
ANGIOLINO BOCCAFOLI
GALLIANO BULGARELLI
DALVISO CARRARA
SESTO FURIA
ONELIO MESCHIARI