febbraio-2007-7Il 26 gennaio nella Sala Polivalente di San Damaso ha debuttato lo spettacolo Storie Partigiane, spettacolo teatrale realizzato dagli studenti della scuola media superiore di San Damaso (Modena) e che ha visto coinvolti un gruppo di quindici attori, tra ragazzi e ragazze delle classi terze. Un’occasione per ricordare, un linguaggio, quello del teatro, attraverso il quale evocare emozioni e riflessioni, ricostruendo sul proprio corpo e la propria pelle la storia e il passato. Tonino Guerra nella trasmissione “Che tempo che fa” del 27 gennaio, citando la frase di una donna armena ha asserito: “è il tempo che fa lo spazio”. Nel caso di San Damaso, piccola frazione del comune di Modena, il tempo a cui si fa riferimento è quello recente della seconda guerra mondiale e della lotta partigiana. Un tempo che si incarna in uno spazio attraverso segni quali il nome dato alla scuola media – Giovanni Sola, combattente partigiano – il monumento ai caduti martiri della liberazione, l’attiva e partecipe presenza dell’ A.N.P.I. locale. Ed è questa riflessione sullo spazio e sul territorio che mi ha portato a scegliere la Resistenza quale tema del laboratorio teatrale per gli alunni e le alunne delle classi terze della scuola media. Una scelta che ben presto è diventata un impegno preciso: quello non solo di ricostruire, e quindi di ricordare, attraverso la messa in scena di uno spettacolo teatrale le ragioni e i valori della Resistenza, ma anche quello di aprire un confronto fra generazioni diverse su quei valori, tra passato e presente.

Le diverse scene che compongono lo spettacolo sono ispirate a diversi testi e autori (Calvino, Viganò, ecc) e a testimonianze documentate, ma sempre in un modo originale, tale da rendere personaggi e parole più vicini a noi.

Un momento forte e significativo non solo per l’esecuzione dello spettacolo in sé, quanto per il realizzarsi di un evento che ha visto la partecipazione congiunta di diversi soggetti: alunni, insegnanti, partigiani dell’A.N.P.I., esperti di teatro, volontari della biblioteca, rappresentanti delle istituzioni.

Tutto ciò ha fatto sì che, mentre i ragazzi recitavano sul palco, mentre le scene si susseguivano, l’energia generale che avvolgeva la sala fosse qualcosa di assolutamente magico e potente, qualcosa di più della somma delle singole energie, una mescolanza unica di pensieri ed emozioni.

Daniela Soci