È partita anche a Modena la tornata di assemblee di consultazione fra lavoratori e pensionati sul documento unitario di CGIL CISL UIL su sviluppo, welfare, qualità del lavoro e ammortizzatori sociali, i temi che saranno oggetto del confronto con il governo.
I Sindacati chiedono che si metta al centro la crescita economica e sociale di qualità, con attenzione alla sostenibilità ambientale e allo sviluppo governato del territorio. Senza sviluppo di qualità, infatti, il nostro sistema produttivo non potrà essere competitivo e saranno di meno le risorse da ridistribuire.
A proposito del surplus di entrate di cui tanto si parla, CGIL CISL e UIL non considerano una priorità la riduzione dell’Ici e delle tasse. Chiediamo invece di destinare le maggiori nuove entrate a cose che riteniamo più importanti per la gente che rappresentiamo (lavoratori e pensionati), quali le politiche per il lavoro e la riforma degli ammortizzatori sociali, il superamento dello scalone, il miglioramento del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni minime, investimenti produttivi e in servizi dello stato sociale, risorse per ricerca, istruzione e formazione, per la non autosufficienza.
La difesa dei salari e delle pensioni passa anche attraverso una politica dei redditi concertata con gli Enti locali, su fisco, tariffe, prestazioni sociali. Ed è per questo che anche a Modena CGIL CISL UIL si sono impegnati e continueranno a contrastare politiche di aumenti fiscali (che vanificano a livello locale gli effetti ridistribuitivi della Finanziaria) e a delineare soluzioni alternative per la riqualificazione della spesa pubblica, ridefinendo priorità e contrastando gli sprechi, puntando anche al miglioramento di costi, tariffe e qualità dei servizi locali, alla partecipazione della lotta contro evasione e lavoro irregolare, ad una drastica riduzione dei costi della politica.
Sulle pensioni occorre introdurre più equità con il superamento dello “scalone” previsto dalla legge Maroni dal 1° gennaio 2008 e il ripristino delle flessibilità previste dalla Riforma Dini. Siamo contrari alla modifica dei coefficienti di trasformazione che determinerebbero pensioni troppo basse soprattutto per i giovani, chiediamo l’estensione di diritti e tutele ai precari e la copertura contributiva dei periodi di discontinuità lavorativa. Fondamentale è anche la rivalutazione delle pensioni in essere.
Sul mercato del lavoro rimane centrale la lotta alla precarietà, attraverso l’attuazione delle misure di stabilizzazione dell’occupazione sia pubblica che privata già previste in Finanziaria e con un piano di legislatura per la stabilità e la buona occupazione. Fondamentale rimane la lotta al lavoro nero e sommerso e il rafforzamento del ruolo della contrattazione. Si può rilanciare la contrattazione di secondo livello attraverso una politica fiscale di sostegno magari con una parziale detassazione della base imponibile Irap del salario legato a obiettivi di qualità e di produttività.
In merito alla riforma della pubblica amministrazione, confermiamo il Memorandum firmato a gennaio con il Governo per un’amministrazione più efficace, più snella e trasparente, per gestire servizi e funzioni di qualità crescente, puntando essenzialmente su valorizzazione del lavoro pubblico, superamento della precarietà e rinnovo dei contratti.
La CGIL, insieme a CISL e UIL, ritiene dunque prioritario destinare il surplus di entrate fiscali per sostenere questa politica sociale ed economica, mentre sarebbe sbagliato destinarlo alla riduzione delle tasse. Va ulteriormente perseguita la lotta all’evasione fiscale, che sta già producendo significativi risultati, e solo con nuove entrate che si renderanno disponibili dal recupero dell’evasione fiscale sarà possibile ridurre le tasse.