Ho accolto volentieri l’invito a partecipare all’Assemblea Nazionale delle Donne dell’ANPI lo scorso 18 maggio a Roma, incuriosita dal documento preparatorio e dal coinvolgimento dell’Istituto storico di Modena, che rappresento come responsabile della sezione Didattica e Formazione.
Mi sono prefigurata una partecipazione alle sessioni di lavoro, centrate sulla declinazione al femminile di categorie storiche come la cittadinanza, la democrazia e l’antifascismo, sia delle testimoni dirette della Resistenza, sia di chi ne ha ereditato i valori, per proseguire il cammino verso la conquista di un’uguaglianza sostanziale, che riconosca la differenza come principio culturale e trasversale al concetto stesso di umanità.
Non immaginavo, invece, anche una presenza così attiva e vivacemente partecipe di Resistenti di terza generazione, che, con accenti e linguaggi rinnovati, ha espresso la condivisione di impegno e riflessione sui temi dei diritti civili e sulla necessità di iniziative culturali e di ricerca intorno alla storia del ‘900.
Per il lavoro che svolgo in Istituto e come insegnante, mi ha convinto l’idea che il riconoscimento del portato culturale e differente delle donne passi sempre attraverso un percorso di presa di coscienza fondato sulla conoscenza e sull’interpretazione storica dei fenomeni e dei processi, affrontabili solo con la fatica e il piacere di studiare e ricercare.
Lo strumento del laboratorio, proposto in Assemblea, può dunque, a mio avviso, proporsi su un duplice livello: come costituzione di gruppi di studio-ricerca, con il sostegno e il contributo scientifico di storiche, ricercatrici e docenti accademiche e come metodologia didattica attiva, capace di coinvolgere gli studenti e i giovani sulle risultanze emerse dai gruppi di lavoro.
Il mio impegno personale e professionale si colloca volentieri in questa direzione, nella convinzione radicata che il mondo della scuola possa e debba considerare un orizzonte di inclusione e di intersezione di esperienze formative.
L’impegno congiunto degli Istituti storici e delle Anpi provinciali possono ben costituire l’asse di valorizzazione e promozione di questi orientamenti.
Giulia Ricci
Responsabile della sezione
Didattica e Formazione
dell’Istituto storico di Modena