Nell’ 80° anniversario della Repubblica Partigiana di Montefiorino, un convegno sul tema.Sabato 28 settembre, ore 10:00, presso la Sala Ermanno Gorrieri – Teatro Comunale di Montefiorino. Il convegno è realizzato dall’ANPI provinciale Modena e ANPI provinciale di Reggio Emilia in collaborazione con ALPI, FIAP, ISTITUTO STORICO DI MODENA e ISTORECO

Ottanta anni fa prendeva vita la breve ma intensa esperienza della “Repubblica di Montefiorino”. Grazie all’azione congiunta di diverse formazioni partigiane della Divisione Modena Montagna comandata da Mario Ricci “Armando”, furono attaccati presidi fascisti in alcuni comuni dell’alta montagna modenese, costringendo alla resa o alla fuga le forze di occupazione. Analoghe azioni avvennero dalla parte reggiana della valle del Dolo.

Veniva così liberata dai partigiani un’ampia zona comprendente 4 comuni modenesi e 3 reggiani, in una fase cruciale della Seconda Guerra Mondiale. Il controllo dell’area consentiva di sabotare i rifornimenti tedeschi alla Linea Gotica, di favorire il lancio di aiuti Alleati e la loro azione, agendo nelle retrovie del fronte.

Nella zona partigiana liberata si avviò un primo tentativo di vita democratica, con un sindaco invece del podestà. Seppure con tutti i limiti imposti dalla situazione eccezionale, numerosi furono i provvedimenti assunti, per alleviare le difficili condizioni di vita degli abitanti stremati dall’occupazione nazifascista, tra violenze, soprusi e la spoliazione dei beni essenziali. La repressione fascista aveva colpito duramente prima ancora che le formazioni partigiane assumessero la forza necessaria, ma le stragi nazifasciste di Monchio, Susano, Savoniero e Costrignano e sul lato reggiano a Cervarolo, non avevano annientato il sostegno popolare, soprattutto giovanile, alla Resistenza. Un movimento che proprio in montagna trovava la sua iniziale spinta e che aveva tra i principali protagonisti i parroci e le donne, capaci di tenere unite le comunità anche nella tragedia.

La zona partigiana liberata fu anche un formidabile richiamo per migliaia di giovani che da altre aree della provincia cercavano protezione dalla persecuzione fascista e l’opportunità di combattere, portando entusiasmo e idee diverse. Un tale numero di persone ebbe un forte impatto sulla vita delle comunità, e la loro organizzazione fu uno dei problemi dei comandi partigiani, che attuarono severi controlli sui loro comportamenti. Un aspetto dei 45 giorni della “Repubblica” che non va certo ignorato, fuggendo la retorica resistenziale del passato, ma che non può essere usato per operazioni di revisionismo storico o utilizzando in modo parziale e tendenzioso narrazioni storiche, che la ricerca più recente ha ampiamente ridefinito.

ANPI continuerà a impegnarsi per ricordare a tutti che la storia non cambia al mutare della situazione politica del momento: la Resistenza resta, pur tra contrasti politici e personali, un grande movimento popolare, plurale e unitario, fonte della Costituzione e fucina di valori civili e di formazione politica e culturale per migliaia di giovani.

Ufficio Stampa ANPI Provinciale Modena – ETS