Mons. Benito Cocchi: “Un giorno pieno di significati per la comunità civile”
Vasco Errani: “Un debito di riconoscenza verso chi lottò contro il fascismo”
Gli studenti: “Spetta a noi portare avanti i valori della Resistenza”.
“Un giorno pieno di significati per la comunità civile” ha esordito Monsignor Benito Cocchi, celebrando la messa in Duomo e di significati era ricca anche la sua omelia.
«La fede respinge il fanatismo e i discepoli non erano degli esaltati. Ricordare il giorno della Liberazione significa ricordare chi ha sacrificato la propria vita per la libertà e la democrazia, riferimento permanente per l’Italia. La comunità cristiana contribuì in maniera determinante al rifiuto della prepotenza e della violenza ed esprimere le proprie opinioni è il prestigio della democrazia».
Finita la celebrazione religiosa, folla e applausi hanno accompagnato il passaggio del corteo, con la banda in testa e i gonfaloni di Regione, Provincia, Comune, Università e le bandiere delle associazioni partigiane. Prima l’omaggio al Sacrario della Ghirlandina, poi i discorsi ufficiali sul palco in piazza Grande.
«Modena è città simbolo della Resistenza – esordisce il presidente della Regione, Vasco Errani. Abbiamo un debito di riconoscenza con chi combattè per salvare l’Italia dal fascismo, grazie alla ribellione delle coscienze. Il presidente Ciampi ha compiuto un gesto forte nell’aprire ai cittadini il Quirinale e condividiamo ancora una volta il suo deciso “No” al revisionismo storico della Resistenza; non si può riscrivere la storia ogni volta e per i propri interessi di parte».
«La Resistenza – incalza Errani – è stata anche una reazione delle coscienze su chi voleva sopprimere la dignità dell’uomo e non soltanto lotta armata. Si aprirono le porte delle case e qui fu pure una lotta contro la vergogna del campo di Fossoli». Scroscianti applausi al ricordo del prof. Marco Biagi che significano soprattutto un rinnovo all’impegno della lotta contro il terrorismo.
Dedicato ai giovani e alla scuola l’ultimo passaggio del discorso di Errani. «Bisogna difendere la dignità umana – conclude il presidente della Regione – per trasmettere ai giovani il linguaggio della libertà. La vera cassaforte della democrazia è la scuola che non si deve fare ostaggio di nessuno per permettere di leggere correttamente i fatti, essere strumento per costruire nei giovani una giusta capacità di giudizio».
E i giovani presenti sul palco hanno dimostrato di cogliere con entusiasmo il messaggio del Presidente della Regione Emilia Romagna. Infatti sono stati loro i protagonisti delle celebrazioni, alunni e studenti delle scuole modenesi prima con la deposizione di una corona di fiori della Pace, realizzata da bambini e ragazzi del laboratorio di pittura, poi il nutrito gruppo che ha fatto seguito
al discorso ufficiale di Vasco Errani. Alcune riflessioni sul tema della pace e della guerra le ha fatte Caterina Cocchi del Liceo Muratori che ha visto in questa giornata un vero passaggio di consegne alle nuove generazioni. «Spetta a noi – dice – portare avanti i valori della Resistenza e oggi riceviamo questa eredità» Va oltre la liceale modenese, lanciando un allarme: «Noi giovani rifiutiamo il rigurgito neo fascista presente in città. È vero, sono piccoli episodi che comunque fanno riflettere e sono da monitorare». Un viaggio tra la storia viene offerto da una bambina della classe 5° delle elementari Emilio Po, prodotto di una ricerca di classe che parla della follia dei campi di concentramento. «Se anche non comprendiamo bene ancora la storia – afferma – diciamo ‘mai più’ a queste tragedie».
Particolarmente emozionanti le letture da parte di Valentina Sirotti, Roberto Apponi, Martina Vincetti, Chiara Meletti e Giorgia Buttazzi delle scuole medie Lanfranco con citazioni del Papa, Kennedy, don Andrea Gallo, Rodari e i cantanti Ligabue, Jovanotti e Piero Pelù. Ha concluso la manifestazione con la lettura di alcune poesie, Giovanni Sighinolfi dell’istituto Fermi.
Poi la calata dei paracadutisti in Piazza Grande coi simboli del