24 luglio 1943: si riunisce il Gran Consiglio del fascismo, viene votato un ordine del giorno che formalizza la crisi del regime. Il giorno dopo viene arrestato Mussolini e nominato capo del governo il maresciallo Badoglio.
Manifestazioni spontanee per festeggiare la caduta del fascismo avvengono in tutta la città. Non c’è alcuna reazione da parte della milizia e del Partito fascista.
A Portile viene incendiata la Casa del fascio.
26 luglio 1943: astensioni dal lavoro alla FIAT grandi motori, alla Corni, alla Rizzi e alle Vinacce. Manifestazioni popolari a Modena e Mirandola.
A Carpi viene ucciso Riccardo Benetti davanti alla casa di un gerarca fondatore del partito fascista. Il generale Roatta emana una circolare con la quale si ordina di reprimere ogni manifestazione. Nei cinque giorni successivi al 25 luglio si conteranno 83 morti, 308 feriti e oltre 1.500 arresti in Italia.
28 luglio 1943: viene costituito a Modena, promosso da comunisti, socialisti, azionisti e anarchici, il Comitato Italia Libera. Analoghi Comitati si formano a Nonantola e Mirandola.
Per tutto il ventennio il regime aveva dovuto fare i conti con una certa presenza antifascista. Scioperano gli operai di alcune fabbriche modenesi, in particolare le Acciaierie Ferriere, la Maserati, le Fonderie Riunite e la FIAT Grandi Motori. Alcuni operai dell’AVIO Costruzioni e dell’oleificio Benassati vengono arrestati. Scioperano anche alla Sipe di Spilamberto, gli operai formano un corteo che viene bloccato dalla forza pubblica.
30 luglio 1943: A San Giacomo Roncole (Mirandola) esce il giornalino “Piccoli apostoli” l’appello ai padri di famiglia di Don Zeno Saltini.
17 agosto 1943: sciopero alla FIAT – Oci e alla Manifattura Tabacchi per ottenere il licenziamento di ex squadristi.
Alcuni docenti della Facoltà di Medicina votano per un ordine del giorno di condanna del fascismo.
18 agosto 1943: sciopero per la Pace alle officine Taddeo Giusti. I carabinieri arrestano i componenti della commissione interna, che vengono processati e condannati ad un anno e sei mesi dal Tribunale militare di Bologna.
1 settembre 1943: il Comitato Italia Libera chiede al generale Negro la consegna di armi per costituire reparti di volontari, ma ottiene un netto rifiuto.
8 settembre 1943: viene data comunicazione della firma dell’armistizio con le Forze militari alleate. La famiglia reale fugge a Brindisi. L’Italia viene occupata dalle divisioni tedesche. I partiti antifascisti costituiscono il Comitato di Liberazione Nazionale.
In Germania oltre 600.000 soldati italiani preferiscono rimanere in prigionia piuttosto che aderire al fascismo.
Migliaia di italiani partecipano alla Resistenza nei paesi occupati dai nazifascisti.
I partigiani combattenti all’estero risultano essere 907 (164 caduti), così ripartiti: 177 in Jugoslavia, 45 in Albania, 669 in Grecia e 16 in Unione Sovietica. Numerosi anche i partigiani stranieri combattenti nella Resistenza italiana.
A Modena combattono 195 stranieri (13 caduti). Tra questi 121 russi, che formano il Battaglione russo d’assalto, 25 tedeschi, 10 austriaci, 9 jugoslavi, 9 polacchi e anche alcuni greci e neozelandesi.
8 – 9 – 10 settembre 1943: tentativi di resistenza all’occupazione tedesca a Sassuolo e Modena. Alcuni soldati del 36° fanteria, tenuti prigionieri alla Cittadella, riescono a fuggire attraverso le fognature grazie all’aiuto di alcuni giovani. Gli allievi ufficiali dell’Accademia, al campo Piane di Mocogno, rimasti isolati si disperdono: un gruppo combatterà poi nella Resistenza in Piemonte, mentre il comandante dell’Accademia Militare, Giovanni Duca, verrà trucidato dalle SS.
A Carpi la folla tenta di assalire le case di alcuni fascisti, ma l’intervento dei carabinieri provoca la morte di tre antifascisti: Venerio Guerzoni, Umberto Malatesta, Ivo Prandi.
Chiusa dai tedeschi la Sipe di Spilamberto, licenziati 5.000 operai.
La popolazione da l’assalto ai magazzini di generi alimentari.
A Maranello, un gruppo di fascisti entra in una camerata del 36° Reggimento fanteria ed apre il fuoco contro due antifascisti: rimane ucciso Demos Malavasi di Novi di Modena, mentre il secondo, Mario Ricci, riesce a fuggire in montagna dove inizierà a organizzare, col nome di Armando, i primi gruppi di partigiani.
12 settembre 1943: Benito Mussolini, tenuto prigioniero sul Gran Sasso, viene liberato dai nazisti e portato in Germania.
14 settembre 1943: a Cefalonia vengono uccisi dai tedeschi, o periscono dispersi in mare, 9.640 soldati italiani. Tra questi 111 sono modenesi.
19 settembre 1943: A Boves, vicino Cuneo, i tedeschi per rappresaglia, danno fuoco al paese e uccidono 45 persone.
Luglio 1944: nascono in pianura le prime Squadre di azione patriottica (SAP), che alla fine di agosto saranno raggruppate sotto un comando provinciale.
1 luglio 1944: il partito fascista repubblicano si trasforma in organizzazione militare, nascono le brigate nere. A Modena viene costituita la brigata nera “Mirko Pistoni”. A Bologna Franz Pagliani costituisce la brigata mobile “Pappalardo”, che opererà anche nella bassa modenese.
4 luglio 1944: i Gap della zona di Carpi procedono al ritiro delle cinghie delle trebbiatrici, inizia in tutta la provincia la lotta contro la trebbiatura del grano, per evitarne la requisizione da parte dei tedeschi, momento centrale della Resistenza in pianura. L’intreccio tra la lotta e le richieste di modifica dei patti agrari porta all’adesione di massa della popolazione contadina alla Resistenza. I partigiani possono contare in pianura su una fitta rete di recapiti, basi, rifugi.
4 luglio 1944: a Bologna fucilazione di 10 partigiani per rappresaglia, cinque sono di Modena: Giuseppe Balocchi, Danilo Barca, Paolo Bononcini, Luigi Labanti, Cesare Palmini.
5 luglio 1944: Piandelagotti fu assalita e in parte incendiata dai tedeschi. Tuttavia gli stessi tedeschi furono sconfitti grazie anche all’intervento del Battaglione russo. In quella occasione rimasero uccisi Attilio Orlandini ed Evangelista Rovatti. I tedeschi catturarono il comandante partigiano capitano Enzo Feliciani e Don Elio Monari (M.O.v.m.), fucilati alle Cascine (FI) il 23 luglio 1944.
9 luglio 1944: a Montese i fascisti catturano, torturano brutalmente e infine uccidono tre disertori: Telesforo Biolchini, Mario Covili, Mario Facci.
10 luglio 1944: sono caduti Corrado Genasi, in uno scontro armato a Piandelagotti, Francesco Giorni e Pietro Maletti fucilati a Bologna.
11 luglio 1944: eccidio della famiglia Piccinini di Nonantola: il padre Ernesto ed i figli Ettore e Bruno.
12 luglio 1944: 68 prigionieri del Campo di concentramento di Fossoli sono fucilati nel tiro a segno di Cibeno di Carpi. La strage fu originata da un attentato avvenuto a Genova che aveva causato la morte di sette tedeschi. Fatto sconosciuto nel modenese e qui effettuato con la solita ferocia in proporzione di 10 a 1.
13 luglio 1944: a Piandelagotti, Comune di Frassinoro, durante una battaglia sono caduti i partigiani Giuseppe Bernardi e Vito Rodo della Brigata A. Corsini.
13 luglio 1944: manifestazione popolare per ottenere la distribuzione di generi alimentari a Modena.
13 – 17 luglio 1944: con l’inasprirsi della repressione dei nazifascisti, si moltiplicano gli scontri nei quali perdono la vita i partigiani Ettore Benedetti, durante uno scontro a Modena; Orlando Ninnoli a Dignatica di Prignano durante un combattimento; Mauro Capitani (M.B.v.m.) fucilato a Modena in via Albereto il giorno 16; Gervasio Marchetti e Francesco Pasquesi, uccisi a Pievepelago il 16, nel corso di un rastrellamento; Giuseppe Fortuzzi a Monfestino il giorno 17, nel corso di uno scontro armato in località Varana; Umberto Bonetti fucilato a Spilamberto dai fascisti.
15 luglio 1944: i partigiani di Montefiorino respingono un patto proposto dai tedeschi, che prevede il rispetto della zona partigiana in cambio della cessazione di attività militari contro le linee di comunicazione.
18 luglio 1944: rappresaglia di Ciano di Zocca effettuata dalla banda fascista Zanarini, con l’impiccagione di 20 cittadini e partigiani: Amilcare Aureli, Silvio Balestri, Giuseppe, i fratelli Pietro e Raffaele Balugani, Walter Degno, Lino Bononcini, Ferriero Colzi, Leopoldo Gelli, Umberto Gherardi, Ezio Lolli, Massimo Nobili, Remo Odorici, Giuseppe Pedretti, i fratelli Pierluigi e Silvio Poggi, Ivo Sassi, Giuseppe Teggi, Eraldo Deodori, Timoleone Tonioni.
20 luglio 1944: a Modena le SS fucilano due partigiani rastrellati giorni prima: Luigi Pini e Angelo Valente. Sono in realtà due agenti di polizia che collaborano con i partigiani.
22 luglio 1944: sciopero dei trebbiatori di Portile (MO). In questi giorni sono segnalate manifestazioni popolari a Castelfranco Emilia e in altre località del modenese.
25 luglio 1944: Combattimento tra tedeschi e partigiani al Passo delle Cento Croci. Cade il comandante di battaglione Celeste Guidoboni.
25 – 30 luglio 1944: è il periodo del grande scontro culminato con la battaglia contro la Repubblica di Montefiorino. I tedeschi fecero confluire ingenti forze nella nostra provincia, anche in previsione che il fronte alleato superasse gli Appennini. Tutto ciò comporta il moltiplicarsi degli scontri con i partigiani. Nelle diverse circostanze caddero i seguenti partigiani: Vittorio Porta, deceduto all’ospedale di Concordia per le ferite riportate; Edmondo Sacchetti, fucilato in uno scontro a Toano (RE) il 25; Orlando Cassanelli catturato ed ucciso a Guiglia il 28; Ricciotti Mannini caduto a Veggia il 29; Arrigo Benedetti caduto a Modena il 30; Egidio Servi fucilato a Pievepelago il 30; Ennio Parmeggiani fucilato a Modena il 30, per avere aiutato i partigiani.
26 luglio 1944: al ponte del Pescale (Prignano) moriva il partigiano Giorgio Rusticelli della Brigata “Costrignano”.
29 luglio 1944: la Repubblica di Montefiorino viene attaccata da reparti di artiglieria e mezzi corazzati tedeschi. Nonostante l’ordine di “filtrare” nello schieramento nemico e di sganciarsi, alcune formazioni locali continuano ad opporre un’ostinata difesa per 4/5 giorni. In questa azione cadono: Romeo Capellini e Leandro Ferrari a Montefiorino; Giancarlo Fritelli a Carpiteti (RE); Alfonso Nocetti a La Gatta (RE).
Dopo il rastrellamento le forze partigiane si riorganizzano, nasce così la Divisione “Modena”, per un totale di circa 2.000 uomini.
30 luglio 1944: 20 detenuti nel carcere di S. Eufemia di Modena vengono trucidati per rappresaglia dai fascisti in Piazza Grande. Tra questi, 9 erano partigiani :Geminiano Bisi (M.A.v.m.), il padre Giulio Bisi, Gino Borelli, Franco Garavini, Gino Giovetti, Antonio Martelli, Nansen Neri, Agostino Rapini e Renzo Volpi e gli altri 11 che si trovavano in carcere per diverse cause.
A Modena tedeschi uccidono tre civili che non si fermano all’alt.
31 luglio 1944: a seguito di un sabotaggio del giorno prima, vengono prelevati 5 partigiani precedentemente arrestati e detenuti nel “Forte Urbano” di Castelfranco E., e fucilati a Modena in località S. Lazzaro: Walter Atti, Ettore Ferrari, Riccardo Masseria, Carlo Monteverde, Adorno Rossi. I cadaveri furono lasciati esposti per due giorni sulla Via Emilia.
A S.Anna Pelago i nazisti fucilano tre civili, fra cui una ragazza.
1 agosto 1944: viene chiuso il campo di concentramento di Fossoli. Gli ebrei modenesi passati per il campo e uccisi ad Auschwitz risultano essere 13.
2 agosto 1944: a Barigazzo (MO) impiccati 4 partigiani, tra cui 2 fratelli, catturati in occasione del passaggio della via Giardini: Olindo e Primo Lanzotti, Loris Ferrarini e Rolando Casoli.
Al passo delle Forbici, comune di Frassinoro, durante una cruenta battaglia caddero 8 partigiani della Brigata Stella Rossa tra i quali uno di nazionalità russa: Francesco Alberini, Ruggero Bruni, Renzo Canelli, Adelmo Cuoghi, Grigori Kanovalenko, Sergio Lenzi, Rubino G. Olivieri, Amedeo Roncaglia.
6 agosto 1944: reparti tedeschi devastano il centro di Montefiorino. Altri centri della zona libera (Piandelagotti, Villa Minozzo, Toano, Ligonchio) subiscono la stessa sorte. Nello stesso periodo i tedeschi operano lo sgombero di parte delle popolazioni di Fanano e Montese, per l’avvicinarsi della linea del fronte.
7 agosto 1944: strage di 9 antifascisti e partigiani perpetrata sul sagrato della chiesa di Rovereto di Novi. E’ nota come la “strage degli intellettuali”: prof. Alfredo Braghiroli, Aldo Gerusi, Jones Golinelli, Silvio Manfredini, il figlio Luigi Manfredini, dott. Francesco Maxia, prof. Roberto Serracchioli, prof. Barbato Zanoni, Canzio Zoldi.
9 agosto 1944: a Stuffione di Ravarino fucilati per rappresaglia tre ravarinesi in seguito all’attacco partigiano che portò alla distruzione di una camionetta tedesca: Basilide Bonzaghi, Giovanni Zecchini, Terzo Calvi.
11 agosto 1944: Imponenti forze nazifasciste circondarono la Brigata A. Corsini che era in sosta nel luogo di Rocchetta Sandri , Sestola – Fanano. Nel combattimento che ne seguì caddero 14 partigiani: Riziero Agostini, Dario Baldini, Oliviero Ballanti, Vittorina Bedonni, Danilo Battelli, Franco Bolelli (M.A.v.m.), Senesio Cerchiari, Mario Daccomi, Enrico Mazzoni, Seminio Palmieri, Osvaldo Piccioli, Renzo Piccioli, Fernando Predieri, Mario Zoboli (M.A.v.m.).
13 agosto 1944: rappresaglia di Ospitaletto di Marano, con l’impiccagione di 6 partigiani e 8 civili. Poche ore dopo sempre nello stesso luogo furono fucilati altri tre partigiani catturati. Alcune case del paese furono incendiate: Geo Balestri, Dario Borelli, Aldo Casalgrandi, Antonio Maccaferri, Luciano Orlandi (M.A.v.m.), Primo Terzi, Augusto Cavedoni, Giuseppe Leonelli, Telemaco Pradelli.
A Fanano, Modena, vengono impiccati quattro partigiani: Michele Danieli, Domenico Mazzotto, Alfredo Pavonessa, Luigi Russo.
14 agosto 1944: nei boschi di Monte Modino, Farneta di Montefiorino, informati da una spia, ingenti forze naziste sorpresero i partigiani della Brigata Bigi e nel combattimento che ne seguì caddero 8 partigiani: Giorgio Brandoli, Amilcare Cassinardi, Fernando Baschieri, Carlo Pellati, Domenico Sentieri, Natale Mandreoli, Mario Biondi, Leonardo Violano.
16 agosto 1944: dopo un ampio rastrellamento nella zona, rappresaglia in Piazza Martiri a Carpi con la fucilazione di 16 ostaggi di cui 8 cittadini e 8 partigiani della Brigata Dimes: Arturo Aguzzoli, Augusto Artioli, Remo Brunatti, Enzo Bulgarelli, Dino Corradi, Umberto De Pietri,Walter Lusvardi, Giuseppe Zanotti.
16 agosto 1944: rappresaglia a Ravarino: 5 partigiani della Brigata W. Tabacchi vengono fucilati per un presunto attentato ad un fascista. Essi sono: Elio Barbieri, Giuseppe Benfatti, Lauro Bertelli, Belisle Borsari, Mario Morselli.
17 agosto 1944: a Selva di Puianello ed Ospitaletto di Marano nuovo scontro tra ingenti forze tedesche ed i partigiani della Brigata “Folloni”. I tedeschi hanno incendiato case, impiccato un partigiano ed in combattimento ne sono caduti altri 10: Gino Cavani, Agostino Longini, Ivaldo Maccaferri, Guido Malferrari, Dario Morelli (M.A.v.m.) Livio A. Pelliccioli, Giorgio Fontanelli, Corrado Tagliavini, Luciano Scandellari, Amerigo Vandini. Nella stessa battaglia cade in mani nemiche Antonio Ferrari, studente universitario, che dopo aver subito inenarrabili torture, è stato fucilato il 25 agosto sempre a Ospitaletto di Marano. Questo episodio è ricordato insieme a quello del 13 agosto.
21 agosto 1944: a Ganaceto, Modena, impiccati 4 partigiani dai fascisti per rappresaglia dopo il ferimento di tre soldati tedeschi: Vittorio Golfré padre di Bruno Golfré, Aristide Nini, Franco Prestendo.
25 agosto 1944 a Monzone di Pavullo fucilati 2 partigiani in seguito al combattimento di Montefiorino: Ivo Camatti e Marino Donati.
29 agosto 1944: a Migliarina di Carpi sono trucidati per rappresaglia 4 partigiani di diverse Brigate: Romano Bianchini, Erio Fieni, Dante Loschi e il figlio Fernando Loschi.
In una furiosa battaglia a Sant’Antonio in Alpe – Molazzana contro ingenti forze nemiche, caddero 19 partigiani della Brigata “Gruppo Valanga delle Alpi Apuane” di cui 4 modenesi: Ettore Bruni (M.A.v.m.), Renzo Sassi (M.A.v.m.), Edoardo Bergamini, Rubino Olivieri.
30 agosto 1944: a Bologna vengono fucilati due partigiani di Manzolino: Arturo Garagnani e il fratello Celestino Garagnani.
Fucilati a Casa Durini – Fanano, 4 partigiani della Brigata “Scarabelli” catturati il 25 agosto: Bruno Bonucchi, Bruno Tonioni, Giuseppe Venturelli e Vasco Venturelli.
7 settembre 1944: i partigiani attaccano la caserma della Gnr di S. Possidonio.
15 settembre 1944: a Palaveggia di Polinago in un cruento scontro con forze nemiche rimasero uccisi 5 partigiani della Brigata “Costrignano”: Franco Cesena (M.B.v.m.), Geminiano Mazzacani, Nino Muzzioli (M.B.v.m.), Giorgio Tommasi,, Emilio Mazzi.
16 settembre 1944: a Limidi di Soliera scontro tra distaccamenti partigiani e colonne fasciste in azione di rastrellamento.
20 settembre 1944: a Saliceto Buzzalino (Campogalliano) fucilati 3 partigiani catturati precedentemente per rappresaglia in seguito all’uccisione del sergente Geminani: Franco Castelli, Dino Corradi, Osvaldo Grandi.