Dopo l’Autorità Giudiziaria tedesca, anche la procura della Repubblica presso il Tribunale Militare di La Spezia ha aperto ufficialmente un’inchiesta per accertare le responsabilità sulla strage di Monchio, Susano e Costrignano, l’eccidio più efferato perpetrato dai nazisti nella provincia di Modena.
Su delega della Procura della Spezia, i Carabinieri di Montefiorino hanno interrogato 13 testi, tra i quali Pia Clarice Gualmini, Ferruccio Pigoni e Leo Compagni, tutti familiari delle vittime dell’immane tragedia. Pia Clarice Gualmini, che all’epoca dei fatti aveva 5 anni e che nell’eccidio perse il padre ed altri 8 membri della sua famiglia, nel corso di una recente intervista ha raccontato, con dovizia di particolar, l’immane tragedia cui fu costretta ad assistere. Fu costretta a vedere il padre morto ucciso con un colpo di pistola in bocca. Anche Ferruccio Pigoni che, allora tredicenne, assistette all’uccisione del padre, Lino, pugnalato dai tedeschi solo perché non era in condizione di trasportare le munizioni dei tedeschi, in un’altra intervista, ha raccontato che assistette alla morte di un ufficiale tedesco, ferito negli scontri di Santa Giulia, davanti al bar della cooperativa di Costringano. Pigoni ha anche precisato che la strage nazista ebbe inizio fra Cà Pasquale e Vallimpercho (abitazione dei Guelmini) perché, il giorno precedente, erano stati uccisi due tedeschi. Leo Compagni, che scampò all’eccidio per miracolo, assistette alla scena in cui un fascista dopo aver fatto vedere la tessera del partito alle belve di Von Leoben venne buttato fra gli altri ostaggi e fucilato.
Non vi è dubbio che questa inchiesta che, pur essendo (inspiegabilmente) effettuata con 60 anni di ritardo, suscita molto interesse nei familiari delle vittime e negli amministratori di Palagano, i quali esigono che finalmente sia fatta piena luce sulla più efferata strage perpetrata dai nazisti ( con l’appoggio dei fascisti) nella provincia di Modena.
Rolando Balugani