Occasione di ricerca, documentazione e riflessione sulla nostra stori. L’azione dell’ANPI in difesa della pace, della democrazia e dei diritti
“Un giorno pieno di significati per la comunità civile”. Così Mons. Cocchi ha definito la giornata della liberazione. E di significati è stata ricca anche la sua omelia, laddove afferma che “ricordare il 25 aprile significa ricordare chi ha sacrificato la propria vita per la libertà e la democrazia”. Una giornata, dunque, segnata da tanti momenti di particolare rilievo. Anzitutto per la forte partecipazione popolare al tradizionale incontro di Piazza Grande ed in particolare per il discorso celebrativo del presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani che ha esordito definendo Modena “città simbolo della resistenza” ribadendo che “Abbiamo un debito di riconoscenza con chi combatté per salvare l’Italia e che non si può riscrivere la storia ogni volta per i propri interessi”. Ma sono stati gli studenti i veri protagonisti delle celebrazioni con i loro discorsi, con le loro letture: “Spetta a noi, -hanno detto- portare avanti i valori della resistenza e oggi riceviamo questa eredità”. Una giornata che ha segnato un vero passaggio di consegne alle nuove generazioni.
Con questo numero di Resistenza-Oggi iniziamo le celebrazioni del 60° della Resistenza. Il 60° – come ha ricordato Aude Pacchioni – dovrà snodarsi su una serie di manifestazioni celebrative che segnano la cadenza delle tappe fondamentali della nostra storia nazionale, ma dovrà farsi carico di un impegno volto ad affiancare alle manifestazioni una diffusa rivisitazione storica di ricerca e di dibattito, con il coinvolgimento delle scuole degli insegnanti, degli studenti, dell’Istituto Storico ai fini di realizzare un programma serio di conoscenza di quei tempi, da attuarsi in convegni, dibattiti, in ricerche.
Intanto continuiamo a mettere a confronto nuove e vecchie generazioni sui valori della resistenza e sulla loro permanente validità soprattutto alla luce delle minacce che incombono sulla nostra democrazia. Sarà un invito a riflettere sulle forme che sta assumendo ed assumerà il futuro degli eventi del ‘900. Sul futuro della nostra memoria, la memoria del fascismo e della resistenza. In quale modo ci aiuterà ad individuare i pericoli già presenti e a trasmettere la memoria alle nuove generazioni perché certi crimini non abbiano a ripetersi.
L’ANPI, che fin dai tempi della Resistenza ha costantemente ripudiato il ricorso al terrorismo, esprime indignazione e la più ferma condanna per l’ondata terroristica che ha seminato numerose vittime civili in diversi Paesi. Non c’è causa che possa essere legittimata con l’ideologia e con i metodi del massacro indiscriminato. Chi pratica questi metodi deve essere isolato e contrastato senza riserve. La nostra azione condotta contro l’illegittima guerra condotta in Iraq e per la salvaguardia della pace, trova piena conferma della sua validità nella constatazione che quella guerra non ha risolto minimamente l’emergenza terroristica e ne ha probabilmente aumentato la recrudescenza.
I continui tentativi di delegittimazione della Resistenza e della sua storia e di rivalutazione del passato fascista, richiamano l’imprescindibile esigenza di riaffermare e sostenere i valori della Costituzione che sono i valori dell’antifascismo e della resistenza, la via maestra per superare le difficoltà sia della nostra vita nazionale sia di quella internazionale.
Il voto del 25-26 maggio rafforza il centro sinistra e aiuta la battaglia per riaffermare, nell’attualità, i valori dell’antifascismo e della resistenza.