Fermare la guerra. Rafforzare l’ONU e l’Europa
Non è per caso se tutte le forze della resistenza e dell’antifascismo sono oggi in prima linea nella lotta per una immediata cessazione della guerra in Iraq unitamente ad una analisi sui motivi reali di questa guerra, sulle sue gravi conseguenze in termini umani e politici e sul disordine internazionale che occorre evitare.
Da una parte la nostra partecipazione a questa lotta è sottolineata dal fatto che il movimento resistenziale ha le carte in regola, perché si è battuto per la Pace, contro l’occupazione nazista e per l’indipendenza, per la libertà contro la dittatura fascista e dall’altra è consapevole che oggi tutto il sistema delle relazioni internazionali, compresa la sorte dell’ONU e della costruzione europea (per non parlare della coesistenza di culture e civiltà diverse) è rimesso in discussione.
Nel mondo della globalizzazione si tratta di decidere se ci deve essere il governo e il potere imperiale di una superpotenza, o se è possibile, invece, dare vita a istituzioni democratiche rinnovate capaci di rappresentare le varie voci e i differenti interessi dei popoli.
Per questo, senza dimenticare il contributo dato dagli U.S.A. alla liberazione dell’Italia e dell’Europa, abbiamo deprecato che il governo di quel paese abbia avviato una guerra che si svolge al di fuori della legalità internazionale e perciò contro l’ONU e chiediamo non solo di fermare la stessa guerra, ma di riattivare l’ONU a cominciare dagli aiuti umanitari, risolvere il conflitto israeliano – palestinese, con la garanzia della costituzione di uno stato palestinese, e l’attribuzione alle Nazioni Unite della gestione del dopo guerra.
Con questi obiettivi si può favorire la graduale costruzione dell’Unità Europea, in grado di realizzare un rapporto paritario e positivo con gli Stati Uniti.
Di questo parliamo in diverse parti di questo numero del nostro giornale. Abbiamo presenti le differenze e le divisioni che ci sono, anche nel grande movimento per la Pace. Il nostro è un messaggio per l’unità e l’intesa, affinché il disarmo dell’Iraq e del dittatore sanguinario Saddam Hussein sia possibile ottenerlo senza il massacro di vittime civili innocenti, il terrorismo sia sconfitto e si apra un futuro davvero migliore.
Il governo italiano di centro-destra con le sue ambiguità tese a coprire la volontà di schierarsi a fianco di Bush e a contraddire spesso il movimento per la Pace deve essere incalzato perché soprattutto in Europa, anche in previsione della presidenza italiana dell’U.E., svolga una azione positiva e perché l’Italia non approfitti della guerra per colpire su vari aspetti la democrazia e i diritti costituzionali.
Le interessanti interviste, il confronto fra generazioni, gli articoli riguardanti la scuola e la nuova Europa, l’adesione allo sciopero per i diritti del lavoro, sono tutti contributi importanti nella direzione prima richiamata.
Ma è soprattutto dai programmi per le giornate d’aprile che emerge la volontà di cogliere il momento particolare che stiamo vivendo con un 25 aprile di lotta, senza contraddire lo sforzo compiuto in tutti questi anni per fare , con spirito unitario e costruttivo, di queste giornate grandi occasioni di feste popolari e di una ricchezza di iniziative, per coinvolgere in modo sempre più ampio e crescente i cittadini, giovani e meno giovani, le famiglie, nella riaffermazione dei valori di Pace, di giustizia e di libertà.
Perché la festa della liberazione è la festa di tutti: anche di quelli che stavano dall’altra parte, perché la libertà di cui godono oggi la debbono proprio al fatto che nel 1945 vinse la resistenza mondiale, europea e italiana. Se avessero vinto Hitler e Mussolini oggi i forni crematori nei campi di sterminio fumerebbero ancora.
Noi ci battiamo per questi valori e contro ogni tentativo di falsificare la storia, di sporcare le immagini ed i simboli della resistenza.
Ci battiamo perché il sacrificio dei Caduti per la libertà non sia stato vano.