Documenti per la conferenza nazionale di organizzazione del 26-27-28 giugno 2009

AUDE PACCHIONI
PRESIDENTE ANPI DI MODENA

Questa assemblea conclude un ciclo di riunioni e incontri in molte sezioni e Circoli della nostra provincia.
Il giudizio sul documento preparatorio della Conferenza Nazionale, che si terrà il 26 – 27 e 28 giugno prossimo, è favorevole. I soci e gli amici dell’ANPI di Modena lo condividono.
L’apertura all’antifascismo moderno, ai valori e alle idealità antifasciste da alcuni anni era già avvenuta a Modena, tant’è che al congresso del 2006 potevamo già dire che oltre il 50% degli aderenti e attivisti ANPI erano non partigiani. Erano e sono antifascisti impegnati con i partigiani a rendere vitale ed attiva nell’attualità la nostra Associazione.
Ciò non significa che l’obiettivo posto da questa conferenza nazionale “Una nuova stagione per l’ANPI”, non ci riguardi, abbiamo ancora molto da fare, per portare l’ANPI laddove non c’è o dove è molto debole, per impegnare nuove energie, per conquistare giovani e meno giovani alle idealità che sono le ragioni d’essere di una organizzazione politico culturale quale vogliamo che sia l’ANPI, una Associazione destinata a crescere e non a vivacchiare fino ad estinguersi.
In questi tre anni (2006-7-8) l’Associazione è cresciuta ancora, purtroppo abbiamo dovuto salutare per l’ultima volta molti partigiani, molti attivisti e dirigenti, ma abbiamo una forza importante.
Alcuni dati: nel 2008 i tesserati sono stati 5.418 dei quali 1203 partigiani e patrioti, 4.215 antifascisti, di cui: 2.742 uomini e 1.473 donne, a sua volta divisi per età: 1.010 sono di età inferiore a 35 anni, 2.028 sono nelle classi di età che vanno dai 35 ai 60 anni e 1.177 sono oltre i 60 anni.
Ancora un dato, dopo il congresso del 2006, dove la presenza di non partigiani è stata statutariamente prevista, sia come iscritti che come componenti degli organi dirigenti a tutti i livelli, dopo una campagna visibile di reclutamento nel 2007 e nel 2008 abbiamo registrato 1.578 nuove adesioni di cui 375 sono inferiori a 35 anni e 759 sono compresi fra i 35 e i 60 anni.
Facciamo vivere un sito www.anpi.it\modena e abbiamo mediamente dai 300 a 600 contatti settimanali.
Il nostro giornale periodico “Resistenza e Antifascismo Oggi”, 5 numeri ogni anno, più numeri speciali, ha una tiratura di 8.000 copie ed inviato a tutti gli iscritti, alle scuole alle istituzioni, alle organizzazioni Sindacali, Culturali e del tempo libero, ai partiti, ad associazioni di altre Province.
Inoltre, non è argomento secondario, la nostra è una Associazione di solo volontariato e si autofinanzia.
L’ANPI modenese è profondamente cambiata, è stata in campo con impegno su problemi di attualità ed ha affinato e ampliato la propria politica della memoria storica collocando il grande episodio politico militare della resistenza nel più ampio spettro della storia del ‘900 vissuta dal nostro Paese e in Europa.
Di questo percorso importante voglio ricordare la nostra impegnata battaglia politica contro la riforma della Costituzione varata dal governo di centro destra e la grande vittoria che l’antifascismo, i democratici veri, le forze sane del lavoro, delle professioni, della cultura, ecc. hanno riportato con il referendum del 2006 respingendo significativamente quella riforma. E’ stato da più parti riconosciuto il ruolo che l’ANPI ha avuto in quella occasione e ne sono la prova le molte adesioni che noi abbiamo avuto.
Non si è conclusa l’attività per fare conoscere e difendere la Costituzione. Significativo resta il fatto che nelle scuole medie e/o superiori si organizzano incontri con docenti democratici e costituzionalisti, che solitamente nei dibattiti, riscuotono molto interesse negli studenti.
In questi anni sono andate via via crescendo e qualificandosi le moltissime iniziative realizzate attorno a date significative: 27 gennaio “giornata della memoria”, 10 febbraio “giornata del ricordo”. L’ampiezza numerica e qualitativa delle celebrazioni del 25 aprile “Giornata e festa della Liberazione dell’Italia dal fascismo e dalla occupazione nazista” la conosciamo bene.
L’ANPI, l’ALPI e la FIAP non solo ci sono ma sono stimolo, garanzia e serietà e prestigio, hanno lottato per 64 anni perché il 25 aprile sia una data che unisce tutti gli italiani. Tutto ciò è stato possibile a Modena anche per l’impegno significativo e fondamentale delle Amministrazioni Comunali e della Provincia e dell’Istituto Storico. E’ stata seria e impegnata l’adesione delle tre Organizzazioni sindacali, dell’ARCI e di tutto il mondo democratico modenese.
La grande novità sta non solo nelle qualificate iniziative, nella straordinaria partecipazione di cittadini e cittadine, ma sta nella vasta presenza di giovani, di studenti, di scolari i quali, in questi ultimi anni, sono consapevoli e impegnati non passivi spettatori, sono protagonisti, conoscono e sanno apprezzare, sono critici ascoltatori e capaci narratori degli avvenimenti dei quali hanno conoscenza precisa.
Un grazie sentito ai molti insegnanti impegnati e dirigenti scolastici modenesi, al lavoro dell’Istituto Storico, di Memo e, lasciatemelo dire, ai partigiani che recano la loro testimonianza. Questi sono momenti significativi per i giovani e ragazzi. Dopo la lezione di storia, la testimonianza arricchisce e rende vivo nei giovani il valore morale e culturale di quell’avvenimento.
Una riflessione a parte merita la celebrazione del 64° della festa della Liberazione del mese scorso. Alte cariche dello Stato, qualcuna per la 1° volta, hanno riconosciuto e celebrato questa data, hanno riconosciuto il valore fondante per la nostra democrazia e le radici che legano la Resistenza, l’antifascismo agli alti principi contenuti nella Costituzione.
Noi a costo di sembrare ingenui riteniamo questo fatto anche nostro merito e un successo per la storia nazionale. E’ certo che la giornata della liberazione esalta e rende fondamentale la conquista della libertà. Ma On. Primo Ministro, non intorpidisca le acque, il 25 aprile è giornata delle liberazione, non della libertà … quella data ha ripristinato la libertà cancellata dal fascismo.
Noi dell’ANPI abbiamo con favore preso atto, ma come diremo più avanti abbiamo richieste precise le quali, se accolte, daranno luogo ad impegni conseguenti e compatibili con le dichiarazioni.
Certo è che, sbeffeggiare o colpevolizzare l’opposizione parlamentare e popolare, dire che il Parlamento è un intralcio,offendere e minacciare la giustizia o chi è impegnato in magistratura, solo perché non intendono piegarsi ai voleri e agli interessi del primo ministro non è conseguente con quanto dichiarato il 25 aprile.
Ancora una nota politica e organizzativa. Ancora una volta la primavera scorsa il centro-destra presenta una proposta di legge per falsare e revisionare la storia. La proposta n.1360 per l’istituzione “dell’ordine del tricolore “, con l’intento di fare assurgere gli aderenti alla repubblica sociale a rango di fedeli della Patria da parificare ai cittadini che hanno messo a rischio la loro vita per riscattare l’onore del Paese e chiudere con la guerra, liberare l’Italia dalla occupazione nazifascista.
Si è detto che questo è necessario per pacificare, NO, la storia non può e non deve essere manipolata. Non c’è posto in Italia per questa falsa lettura degli avvenimenti. La pacificazione l’ha fatta il governo unitario con la amnistia. Il sentimento di ribellione alla tesi della parificazione è diffuso nel Paese. Abbiamo la prova della giustezza di questa affermazione. Nella campagna lanciata dall’ANPI di una raccolta firme in una petizione contro questa proposta, in poco tempo sono state raccolte oltre 7.600 firme. Non siamo arrivati all’obbiettivo delle 10.000 perché a fine aprile è stato annunciato il ritiro della proposta che era in discussione alla commissione difesa della Camera.
Cogliamo l’occasione per esprimere un ringraziamento ai nostri attivisti, alla CGIL, all’ARCI, alle Associazioni dei Combattenti, dei Mutilati e a tutti coloro che hanno consentito quel risultato.
Non meno significativo il fatto che molti Consigli Comunali della nostra provincia, si sono espressi con ordini del giorno, contro la proposta. O.d.G. fatti pervenire alle Autorità nazionali competenti.
Stiamo riflettendo, come e se consegnare queste firme. Quello che è certo che sono state capaci di fare ritirare questa proposta. Non ci facciamo illusioni, ad una proposta ritirata ne possono essere presentate altre dello stesso segno. Ciò che è evidente, è che nonostante il centro destra abbia la maggioranza, ciò non le da il diritto di decidere tutto ciò che le aggrada. Il Paese reale c’è, è capace di giudicare ed è capace di reagire dignitosamente e vistosamente, la opposizione esiste ed è ancora forte nel nostro Paese.
I risultati fino ad ora ricordati non ci permettono di pensare che anche a Modena non ci sia bisogno di una nuova stagione dell’ANPI. Questi risultati non sono frutto di un impegno dispiegato in tutta la Provincia, abbiamo zone ancora non in grado di fare vivere le nostre idee e le nostre iniziative, abbiamo difficoltà oggettive e soggettive sulle quali occorre una azione più incisiva e viva.
La situazione economica e la situazione politica, la crisi culturale sociale e politica esistente in Italia richiedono la presenza di una ANPI forte e capace di incidere. Abbiamo bisogno dell’ANPI in tutto il Paese. Non c’è tempo di pensare che questa Associazione possa diventare una “Fondazione prestigiosa”.
Il documento nazionale in questo punto è esplicito e preciso: c’è bisogno di più iscritti, più Sezioni e Circoli organizzati, più ricambio negli organi dirigenti, maggiore presenza di giovani e donne.
Di tutto questo, lo ripeto, c’è bisogno a Modena come altrove e i risultati che le nostre iniziative ottengono, ci dicono che è possibile estendere l’azione dell’ANPI in tutta la nostra Provincia, organizzarla meglio. In qualche caso, lasciate che io lo dica, occorre crederci non lasciarsi scoraggiare delle difficoltà che pur esistono.
Al documento nazionale un’osservazione da fare riguarda la necessità di lavorare, con la dovuta gradualità, ma i tempi sono maturi, per una maggiore unità con le altre Associazioni della Resistenza: l’ALPI e la FIAP.; non è sufficiente che alla periferia ci sia una buona collaborazione negli Istituti Storici o/e nei Comitati unitari per la memoria e le celebrazioni.
La Resistenza come fatto unitario, la vita e il valore dei C.L.N. che ci hanno tenuti uniti fino al 1948 sono momenti alti della storia nazionale, ricordiamo la grande vittoria per l’insediamento dell’Assemblea Costituente il clima e il lavoro svolto da quella Assemblea dovrebbero dirci che oggi è possibile riproporre quella unità.
Ancora, perché non aprire un confronto con l’Associazione Nazionale Perseguitatati Politici Antifascisti per constatare se è proprio necessario continuare con due Associazioni separate quando si pongono gli stessi obiettivi? E spesso ci si rivolge alle stesse persone?
Infine, poiché finalmente si è giunti alla consapevolezza che la Resistenza è una e non tanti spezzoni separati: deportazione, persecuzione, politica razziale, resistenza militare e civile, perché non si può giungere ad un’unica azione e se fosse possibile ad un’unica Associazione?
Questa larga unità metterebbe assieme capacità, impegno, chiarezza politica. Tutto ciò rappresenterebbe il nostro impegno nel Paese. Sono convinta che questo tema deve essere portato all’attenzione della Conferenza Nazionale, ovviamente se questa conferenza provinciale da il mandato.
Il nostro documento nazionale afferma: …..”In un Paese colpito da una grave crisi economica e sociale ove la destra al governo, forte della maggioranza elettorale, non solo alimenta una intollerabile revisione della storia con iniziative vergognose e provocatorie quali la proposta di legge che pretende di equiparare i partigiani ai repubblichini di Salò, ma tenta di occupare il potere in ogni campo, attivando pericoli per l’ordinamento dello Stato e la vita democratica, a volte inadeguata è l’azione della opposizione.
La crisi dei partiti, resa più acuta anche dai diffusi fenomeni di corruzione, è sotto gli occhi di tutti. Alimenta frustrazione in vasti settori della popolazione mentre violenze, intolleranze e razzismi allarmano e pongono a rischio la tenuta della convivenza civile.
In questa situazione difficile l’ANPI, con la sua limpida storia, per le sue idealità e le sue battaglie può costituire sempre più un punto di riferimento per i democratici di ogni fede e ceto.
Per queste ragioni si è aperta per l’ANPI una fase di responsabilità nazionale. Nostro compito è suscitare sentimenti di fiducia e di speranza in tante parti del popolo, che credono nella necessità e nella possibilità che si affermi una diffusa presa di coscienza e si dispieghi un’azione unitaria per la difesa e il rinnovamento della democrazia, come lo furono la riscossa e la vittoria della Lotta di Liberazione sempre evocata e celebrata dal 25 aprile.
Con questa missione l’ANPI non può e non intende sostituire i partiti ma vuole stimolare un processo unitario tra le forze politiche e sociali che si riconoscono e si ispirano ai valori della Pace, giustizia e libertà che la Costituzione ha posto a base della convivenza”.
E ancora …. “Di fronte alla situazione della nostra democrazia, rifugiarsi nell’antipolitica e nell’astensionismo, svilire le Istituzioni, accondiscendere ad una partecipazione dei cittadini solo settoriale e non invece istituzionale, non sconfigge il disegno di questa destra populista, all’opposto lo favorisce poiché sollecita nei cittadini passività, inerzia e rassegnazione e sfiducia.
La democrazia di cui c’è bisogno è quella che ha ispirato i protagonisti della Liberazione e sancita dalla Costituzione, fondata sulla partecipazione dei cittadini alla vita politica ed a quella delle istituzioni, essa è stata capace di includere nella vita politica e civile forze democratiche ed ha costituito il fattore propulsivo dei grandi mutamenti sociali e politici che hanno cambiato l’Italia.
Conservare la memoria. Farne il fondamento dell’educazione e della formazione culturale e civile, innanzitutto delle nuove generazioni, negli ideali dell’antifascismo e della Resistenza e nei principi della Costituzione: sono questi centri di quella strategia della memoria per il futuro della democrazia che, centro dell’iniziativa dell’ANPI, ne delineano in modo inequivocabile, l’identità e la funzione.
Qui vi è altresì il presupposto delle analisi, delle proposte e delle politiche dell’Associazione e dei loro confini, e, al tempo stesso, il parametro con il quale l’ANPI giudica: i governi e la loro politica; le decisioni del Parlamento e delle istituzioni regionali e locali; quelle dei partiti e dei movimenti politici, dei sindacati e delle associazioni e delle altre espressioni della società civile”.
L’antifascismo del nuovo secolo, in Italia e in Europa, i suoi valori di libertà, pace, giustizia e solidarietà, non è un riflusso. E’ vivo, vitale e maggioritario tra gli italiani. E l’attaccamento e l’amore per i principi costituzionali e la democrazia li invoglia all’impegno e alla mobilitazione.
In queste grandi forze ed energie intellettuali e morali, in questa Italia vera e non mediatica, si può, si deve contare per affrontare, con politiche adeguate purtroppo non molto presenti, l’ardua sfida imposta dalla crisi economica mondiale, crisi per certi versi inedita che colpisce duramente chi vive di lavoro, di sola e onesta professione, di chi campa con la pensione dopo decine e decine di anni di lavoro e acutizza le vecchie ingiustizie, ne procura di nuove, diffonde insicurezza nel futuro soprattutto alle generazioni nuove.
Al tempo stesso si può costruire un argine capace di contenere e infrangere i tentativi in corso per gravi stravolgimenti dei principi costituzionali, alimentati dal ricorso persistente ad un populismo plebiscitario, per fare spazio all’autoritarismo.
Questi tentativi sono volti a dominare con il potere governativo la rappresentanza parlamentare, a frustrare e addomesticare e a “minacciare” gli Istituti di garanzia e controllo, rendendo la democrazia e la libertà dei gusci vuoti; sono inoltre tesi a fare leva sulle insicurezze e le paure per imporre azioni di ‘ordine pubblico’, inventando le ronde, che nulla prendono dalla Costituzione ma la violano e rasentano posizioni ‘razziste’.
L’ANPI lavora da sempre per una applicazione rigorosa e fedele dei principi costituzionali e questa rimane la su azione principale.
Nell’Italia e nel mondo di oggi, tanto cambiato a partire dall’89, non vi è sola la necessità ma vi è anche la possibilità di unire attorno alla nostra organizzazione molte forze sane, tanti cittadini interessati a non disperdere quanto già conquistato a duro prezzo.
In questo particolare momento avanziamo richieste precise. E come abbiamo detto all’inizio.
Chiediamo al Presidente del Consiglio in coerenza con le proprie dichiarazioni di riconoscimento dei valori contenuti nelle celebrazioni della giornata della Liberazione, operare con il proprio Governo e con il Parlamento con chiaro e sicuro indirizzo antifascista, nel rispetto della Costituzione, per la sua attuazione, a partire dall’art. 3 che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. E continua: “ E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
E proprio in coerenza con le dichiarazioni del 25 aprile, dopo avere operato per il ritiro di quella proposta antistorica di una equiparazione fra i militi di Salò con i combattenti per la libertà. Riconoscendo l’alto significato delle proteste manifestatesi in molti modi ma in tutto il Paese che ha coinvolto una larga parte di opinione pubblica, ora dia come Governo, indirizzo preciso perché la giornata della Liberazione, festa nazionale, sia ricordata e festeggiata in tutto il Paese in modo adeguato da tutte le Istituzioni pubbliche.
La seconda richiesta riguarda l’insegnamento della Costituzione nelle scuole di ogni ordine e grado,, come materia autonoma, con giudizio proprio. Chiediamo che sia data conoscenza della fase storica sociale e civile nella quale l’evento fondativo della Repubblica si è prodotto ed è stato approvato dal popolo italiano. Tutto ciò non può essere se non nel quadro di una riforma dei programmi scolastici riguardanti la storia del fascismo ed il loro aggiornamento. A questo vanno riservate, nell’anno scolastico, le 30 ore previste senza includervi altre discipline.
Di grande aiuto e appoggio sono e possono essere i 65 Istituti Storici esistenti. Essi hanno bisogno di grande aiuto, anche finanziario. Questi possono essere di supporto alle scuole. Per questo non possiamo non chiedere un numero maggiore di “comandi” invertendo la tendenza affermata in questi anni di continua diminuzione degli stessi.
In terzo luogo, avanziamo al governo nazionale la richiesta di farsi carico di conoscere e fare conoscere al Parlamento le risultanze alle quali sono pervenute le Commissioni di indagine e di inchiesta, costituite con legge, per individuare i responsabili dell’occultamento degli oltre 900 fascicoli riguardanti le stragi compiute dai fascisti e dagli occupanti tedeschi nel 1943-44. Indagini necessarie per individuare le documentazioni per poter conoscere i responsabili diretti di quelle stragi. Sono 15-20.000 le vittime, non possono non essere individuati i responsabili. Questa verità deve essere fatta conoscere. Il Paese lo deve alle vittime e alle popolazioni e famiglie sopravvissute.
Questo buco nero della nostra storia interessa direttamente Modena. Si sono individuati i responsabili dell’eccidio di Castelfranco E. – S. Cesario, con il processo del Tribunale Militare di La Spezia.
Ma per la strage di Monchio, Susano e Costringano, sono state completate le indagini; ora pare possibile celebrare il processo nei prossimi mesi. 136 vittime e una grande parte di quel territorio distrutto: lo chiediamo non per colpire, ma per conoscere i colpevoli e il ruolo che i fascisti italiani hanno avuto in questa terribile vicenda. Lo dobbiamo alle famiglie dei caduti, lo dobbiamo alla verità storica, lo dobbiamo a quelle popolazioni così duramente colpite. E’ per questo motivo che noi appoggiamo la richiesta del Comune di Palagano di essere insignito della Medaglia d’Oro al valore civile.

Cari amici e compagni,
questo impegno per rafforzare l’ANPI è anche rivolto a dare un contributo all’azione democratica e civile portata avanti in difesa dei diritti di chi lavora, per il rispetto dei diritti della persona, contro la malavita organizzata, contro chi offende la dignità della donna, contro le violenze e le persecuzioni, sempre troppo numerose.
Penso che nel prossimo futuro l’ANPI di Modena deve verificare quali ulteriori contributi deve dare nel campo della memoria e della ricerca storica.
Credo che non abbiamo fatto abbastanza per conoscere il grande fatto culturale e sociale rappresentato dalla presenza delle donne nella Resistenza e nella storia del periodo post-bellico.
Episodi significativi sono stati indagati, ma non a sufficienza. Parlare di Resistenza non armata ma civile, intercetta soprattutto il grande salto civile e culturale fatto dalle donne italiane. Sta qui la matrice dei principi di uguaglianza contenuti nella Costituzione.
Occorre riflettere sul perché sono ancora presenti prassi, politiche, costumi che risentono del retaggio di inferiorità. Il “tetto di cristallo” è ancora molto duro da perforare.
L’esempio viene dalle poche o quasi nessuna donna dirigente di nostre sezioni o circoli. Si contano sulle dita di una mano e ciò non fa onore alla nostra Organizzazione.
Le giovani generazioni sentono l’attrazione della nostra storia e delle iniziative associative. Ma siamo ancora lontani dall’avere la capacità di fare politica in modo moderno e con strumenti adeguati. Bisogna ancora lavorarci.
Notiamo, anche nella nostra Associazione, una certa difficoltà a fare lavorare assieme generazioni diverse. Dobbiamo insistere, ne va del futuro della nostra vita associativa. Il rilancio dell’ANPI sta anche nella sua capacità di allargare e ringiovanire i suoi dirigenti senza nulla togliere ai partigiani.
Concludo ricordando a tutti noi che svolgiamo questa Conferenza in piena campagna elettorale. Molti nostri amici e compagni, sono, come è giusto, impegnati a lavorare per i loro partiti di appartenenza.
Noi ci siamo riproposti di lavorare per sconfiggere l’astensione a sinistra. Secondo noi questo pericolo non va sottovalutato. Il dibattito e qualche volta (troppo spesso) lo scontro interno alla sinistra crea disimpegno e incertezza nelle scelte. Vanno superate le incertezze cercando la strada migliore per dare una lezione al centro-destra.
Lo dobbiamo fare per conservare una forza consistente della sinistra e del centro-sinistra in Europa, chiedendo un impegno per un’Europa che sappia reagire alle politiche che possono favorire le destre dimenticando la matrice antifascista, antinazista e democratica di questa importante Istituzione.
Per le Amministrazioni locali, non si deve arretrare, non bisogna regalarne nessuna al centro-destra. Comuni e Provincia convintamene e operativamente impegnati sui valori democratici e costituzionali, sono una conquista alla quale i cittadini, gli antifascisti e i partigiani non possono e non vogliono rinunciare.
Come già detto, di ANPI, la società ha bisogno. Cerchiamo di corrispondere a queste aspettative.

INTERVENTI

MUZZARELLI GIANCARLO
ASSESSORE REGIONALE

Ringrazia dell’invito e porta il saluto della Regione Emilia – Romagna. Afferma che nel nostro Paese, ci sono molte tossine e ci sono attacchi ai valori Costituzionali.che richiedono un impegno straordinario a chi crede nella democrazia e nella storia nazionale.
La funzione dell’ANPI, per affermare e realizzare i valori contenuti nella Costituzione è fondamentale. Gli ideali portati avanti e difesi dall’ANPI sono ideali dei quali ha bisogno il Paese.
I pericoli rappresentati da populismo, antipolitica, qualunquismo, indeboliscono le fondamenta della società democratica. Di questi pericoli è portatore continuativamente il Presidente del Consiglio.
Occorre reagire a questa deriva “populistica” per salvaguardare quanto è stato conquistato in tutti questi anni. Infine cita l’urgenza di affermare questi valori in Europa.

EZIO BOMPANI
Si dichiara d’accordo con la relazione e afferma che il tema della Conferenza è molto impegnativo e importante. Richiama la necessità di lavorare con le giovani generazioni e ciò comporta uno stile di lavoro nuovo. Dalla memoria al progetto. Il progetto è appunto la difesa della Costituzione e della democrazia.
Insiste sul fatto che di fronte agli attacchi alla democrazia, non c’è indignazione e mobilitazione e l’esperienza dice che l’indifferenza porta alla rassegnazione e da questa arriva l’impotenza. Occorre fare tesoro dell’esperienza. Nel 1921 questo è stato l’errore. Sottolinea l’esigenza di esprimere la vergogna per la presentazione della famigerata legge 1360, ciò non si cancella con l’impegno del suo ritiro.

CELESTE CARUSO
Inizia dicendo che non è nata a Modena e parla della sua ammirazione per le caratteristiche dei modenesi. E’ stata da subito attratta dall’ANPI per la sua funzione. Funzione di garanzia, per mantenere viva la memoria, poiché anche da ciò deriva la storia e l’evoluzione di Modena con le sue realizzazioni.
Spiega poi l’esperienza fatta: un progetto verso i giovani degli Istituti superiori, da parte della Circoscrizione n. 1. L’esperienza stimola l’ANPI a fare rete con le altre Associazioni democratiche per portare i valori della Costituzione ai giovani delle scuole superiori e dell’Università.
L’ANPI può fare molto per la sua storia e il suo prestigio. I giovani guardano con interesse ai valori e agli ideali di civiltà propri dell’Associazione.

GINO TORELLI – ANPI SPILAMBERTO
L’impegno dell’Associazione c’è stato, anche per la sua vicinanza alle ampie iniziative delle celebrazioni del 22 – 25 aprile.
Il documento è stato condiviso e si condivide l’impegno di tutta l’ Organizzazione. E’ importante che l’ANPI sia presente in tutto il Paese soprattutto per il momento politico che attraversiamo.
Era necessaria questa riflessione sul ruolo dell’ANPI e per estendere la sua presenza in tutto il Paese.
Parla poi dell’evoluzione dell’ANPI a Spilamberto: molti i giovani, gli intellettuali. Questo ha consentito iniziative molto impegnative culturalmente, come è avvenuto nell’attività svolta in difesa della Costituzione. Occorre mantenere questa mobilitazione. Se il progetto è giusto, occorre dare a questo le gambe. Mantenere rapporti con le Associazioni culturali presenti in luogo.
L’Associazione deve modificarsi, deve cambiare e semplificare la sua struttura a livello nazionale, per corrispondere meglio alle aspettative. Questo vale per l’organizzazione in generale, ma è particolarmente necessario per l’ANPI nazionale. Questo è il problema per il prossimo congresso.

GIOVANNA BANCHIERI – ANPI CROCETTA
Dichiara l’accordo con il documento, con la relazione e con le proposte fatte per adeguare l’organizzazione dell’ANPI Nazionale.
L’ANPI di Modena si è molto rafforzata come dicono le cifre e la qualità degli iscritti. Molto successo ha avuto, nella zona Crocetta,. Quando l’ANPI ha lavorato sulla storia locale della Resistenza, con una ricerca, producendo un libro e una mostra. Strumenti questi che si utilizzano per i collegamenti con le scuole e con le organizzazioni culturali e ricreative nella zona. Si sono così valorizzati i punti di memoria e la storia locale della zona. L’impegno per la valorizzazione dei cippi dando vita ad una scheda sull’avvenimento, risponde alle esigenze di conoscenza per i giovani del luogo e per chi viene da altre località.
Il lavoro svolto ha permesso 100 nuove adesioni all’ANPI. Questo consente anche un impegno verso i cittadini nuovi, anche di quelli che vengono da altri Paesi. Sottolinea l’esigenza di fare rete nelle zone con altre Associazioni presenti. Chiede un rafforzamento anche dell’ANPI provinciale, con la creazione di gruppi di lavoro su temi specifici.

MAURIZIO DAVOLIO – AUSER
Ricorda che l’ANPI con la sua politica, rema contro, contro una cultura e una tendenza che mette in discussione i valori nostri e di quelle Associazioni che, come l’AUSER, si ispirano alla Resistenza e alla Costituzione. Cita il caso del Presidente del Consiglio che partecipa alle celebrazioni ma non è poi conseguente nel suo agire quotidiano.
Insiste sul fatto che l’Italia è già multietnica, quando lo si nega è per conquistare qualche voto di chi ha paura del diverso.
D’accordo con la missione dell’ANPI, ma si deve continuare a lavorare con le altre Associazioni che condividono valori e progetti. Cita la possibilità di fare conoscere la Costituzione.
Attenzione a non farci prendere da eccessivo “giovanilismo”, la memoria e la storia deve essere fatta propria anche da chi ha la qualità di essere giovane. Il futuro deve essere costruito insieme da giovani e meno giovani, tenendo conto della storia.
Propone: l’ANPI che partecipa alla sottoscrizione del 5 per mille ogni anno bisogna rinnovarlo. Ma alla fine le donazioni non arrivano alle Associazioni. Una proposta per rendere permanente lo strumento e che le entrate devono essere tutte utilizzate allo scopo, come avviene per l’8 per mille.

FABIO GREGORI – PRESIDENTE ANPI NOVI DI MODENA
Condivide la relazione. Critica l’atteggiamento del Presidente del Consiglio che è autoritario, critica anche il come ha partecipato al 25 aprile. Un’autorità politica che lascia passare l’assurda proposta di parificazione fra repubblichini e Partigiani non è credibile. Bene ha fatto l’ANPI a reagire con forza e questo deve continuare ad esserci.
Anche a Novi aumentano gli iscritti e aumentano i giovani e l’ANPI si rafforza. L’Associazione ha un suo prestigio. I risultati ci sono, per aumentare la partecipazione dei cittadini alla politica. La funzione dell’ANPI è fondamentale e occorre coinvolgere anche partiti, sindacati, ecc.

GIORGIO PIGHI – SINDACO DELLA CITTA’ DI MODENA
Un saluto che vuole essere simbolo di adesione ai valori che rappresenta la Resistenza. Ricorda il sacrificio di chi ha fatto la Resistenza. E’ necessario riflettere sul presente. La guerra è ancora una realtà in molte parti del mondo anche se interessa parti del mondo quasi sconosciute. Questo tema è ancora importante, anche se non ne parlano giornali e televisioni.
La funzione dell’ANPI a difesa della Costituzione è fondamentale. Riconferma il valore della Resistenza. Recuperare memoria e identità valoriale è azione alta culturalmente e moralmente. Valori fondanti della Resistenza soni gli unici valori che permettono la coesione sociale. Ricorda le dichiarazioni del Presidente del Consiglio ma mette in guardia: attenzione perché si cerca di ricordare chi ha fatto storia ma anche chi l’ha negata e ha cercato di impedire che la storia successiva si realizzasse. Non sono coofondatori della nostra storia quelli che stavano con la repubblica sociale.

MASSIMO MEZZETTI – CONSIGLIERE REGIONE EMILIA – ROMAGNA
Si dichiara d’accordo e apprezza i contenuti della Conferenza.
Nota che le maestranze e i giornalisti di mediaset sono in sciopero e noi non ne sappiamo nulla. Significa che il Paese vive in una sorta di oblio e questo porta alla non indignazione e non mobilitazione. Ed è pericoloso non indignarsi. Il silenzio della stampa, come servitù volontaria, e autocensura è davvero fatto molto serio e grave per la democrazia. La democrazia si indebolisce anche se noi non ce ne accorgiamo. E’ troppo tiepida la rivolta agli attacchi al Parlamento, alla Costituzione e alla democrazia. Occorre lavorare per rafforzare l’unità a sinistra onde rendere più efficace l’azione di opposizione nel Paese.

CESARE GALANTINI – PRESIDENTE ANPI DI CARPI
La Conferenza di Organizzazione è utile sia nazionalmente che provincialmente. Deve fare vivere una maggiore attenzione agli aspetti di organizzazione tipica di un’Associazione. Concorda molto con il documento nazionale che è di grande attualità anche per Modena. La nostra Associazione deve esserci in tutta la nostra provincia.
Richiama l’esigenza di aggiornare e migliorare i mezzi di comunicazione e cita l’ampiezza dei contatti con il sito del quale l’ANPI di Carpi è in possesso. Utile sarebbe la formazione di gruppi di interesse per approfondire singoli temi importanti per l’Associazione. Non trascurare i rapporti con le altre Associazioni della Resistenza e con le Associazioni combattentistiche e d’arma.

ROLANDO BALUGANI
Esprime la propria condivisione della relazione e del documento nazionale.
E’ vero che non siamo un partito, ma noi operiamo nella realtà politica attuale. L’ANPI del 2009 deve continuare a difendere i valori che sono stati trasferiti nella Costituzione. E’ importante questa attività in una situazione di quasi disimpegno e paura di una parte dei cittadini. Con la paura si finisce per appoggiare chi si muove contro la Costituzione: sia di esempio il lodo “Alfano” e cita poi gli articoli della Costituzione.
Non è un nuovo fascismo, ma ci sono pericoli per la democrazia proprio perché c’è disimpegno e paura. Parla della posizione della “Lega” e cita la politica di respingimento e l’istituzione del reato di clandestinità. La legge va fatta rispettare, ma chi chiede asilo ed aiuto, si ha il dovere morale di assisterlo. Ricorda poi che le “ronde” sono un serio pericolo per la coesione sociale. L’ordine pubblico deve essere garantito dai corpi di sicurezza nazionale.
Sulla memoria e sulla ricerca storica a Modena si sono fatti dei passi avanti. Cita Marano e Polinago e le ricerche fatte per i fatti che hanno interessato quelle località.

DOLVER BORTOLINI – VICE PRESIDENTE ANPI PAVULLO
Sottolinea l’esigenza di collegare la nostra storia con l’attualità, questa con la politica dell’ANPI. Insiste sulle novità nelle celebrazioni del 25 aprile. E’ merito anche dell’ANPI se le massime autorità dello Stato hanno dovuto celebrare il 25 aprile. E’ una vittoria che richiede un ulteriore nostro impegno.
Questo deve anche cambiare il nostro modo di operare, adeguandoci con nuovi strumenti di lavoro. Di fronte ai fatti di ora, occorre sollecitare l’azione dei giovani, fare lavorare i giovani sugli articoli della Costituzione. Cerchiamo di operare con maggiore coraggio facendo conoscere il significato di democrazia. Insiste sul valore della democrazia e del come la si deve praticare, sapendo che solo con la democrazia possiamo fare fronte agli attacchi.

RENZO MONTORSI – SEGRETARIO PROVINCIALE ANPI MODENA
La Conferenza di organizzazione è utile per verificare lo stato dell’ANPI a Modena, come a livello nazionale, e verificare i passi avanti verso il Congresso prossimo, cercando di adeguare a questi cambiamenti la vita della nostra Associazione.
Occorre lavorare seriamente per un’organizzazione politico – culturale capace di difendere la Costituzione, facendo attenzione alle modifiche da apportare alla Costituzione, non per modificare la democrazia, ma promuoverla. Cita ampiamente gli articoli della Costituzione che in via di fatto, con le leggi che si applicano in settore chiave come: scuola, sanità, diritti del lavoro.
Il modo come viene fatto funzionare il Parlamento è un modo autoritario che abusa del voto di fiducia. Attenzione, a cosa è successo con la legge elettorale, con l’abolizione delle preferenze, in questo modo la democrazia viene mortificata, e allontana i giovani dalla politica.
Concorda con i giudizi espressi sulla situazione e sui metodi messi in atto dal Presidente del Consiglio.
Continuiamo pertanto a lavorare per una piena funzione dell’ANPI. L’Associazione deve avere carattere nazionale e così dobbiamo fare anche nella provincia di Modena. Negli ultimi anni l’ANPI a Modena si è trasformata, ha più iscritti, ha nuovi dirigenti. C’è spazio per l’ANPI, per il suo modo di essere e il prestigio che ha. Bisogna lavorare di più in collaborazione con altre Associazioni politico – culturali.

FRANCESCO TOTARO
Il moderno antifascismo mantiene la sua ragione di essere antifascismo con i suoi valori e principi.
Come direttore della scuola di italiano per stranieri, conosce bene questi uomini e queste donne sono persone positive lo dimostra il fatto che questi dopo il lavoro, vogliono imparare l’italiano per integrarsi meglio.
L’ANPI deve tenere presente il tema “scuola”. Molti si ricordano della scuola in campagna elettorale. Spesso non c’è conoscenza, quindi l’ANPI deve lavorare di più su questo versante.
Insistere sul valore da dare alla indicazione delle 30 ore di educazione civica. Costruire un programma di lavoro verso la scuola, per fare conoscere storia e Costituzione. Nel progetto occorre inserire il lavoro verso gli stranieri. A Modena il 12% di cittadini vengono da altri paesi, pertanto tutta la nostra politica ne deve tenere conto.
Molti stranieri hanno momenti comuni nella loro storia e questo deve aiutare noi a superare le molte diffidenze.

GIULIANO ZANAGLIA – ANPI FANANO
Esprime un giudizio positivo sui contenuti della relazione. La trasformazione dell’ANPI è stata realizzata e ha avuto successo la trasformazione da associazione di partigiani è diventata un’Associazione di antifascisti. E’ cambiata la qualità dell’ANPI, lo dimostrano i dati degli iscritti.
Ai giovani interessa la storia nazionale e la sentono come storia loro e li stimola alla partecipazione.
Mette in evidenza il valore che assume la cultura e l’informazione nella costruzione della democrazia. Se non c’è chiarezza sulla nostra storia e i valori che la sostengono, non si costruisce la democrazia vera, quella indicata dalla Costituzione. Denuncia i cosiddetti “storici” e i pericoli che corre la verità. Sottolinea quello che è avvenuto per la liberazione e cita l’Esercito italiano che ha combattuto con gli Alleati con la Resistenza. Cita l’azione dei paracadutisti.
In questo impegno per fare conoscere la storia sottolinea l’esigenza di una più intensa collaborazione con l’Istituto Storico. Insiste ancora sull’esigenza di approfondire il rapporto con le Associazioni che rappresentano la partecipazione dei militari nella lotta di Liberazione.
Giudica positivo che alte autorità dello Stato riconoscono nella storia della resistenza e nella Costituzione le basi della nostra civiltà democratica, ma al di la delle dichiarazione, l’ANPI deve vigilare, denunciare ogni azione che non sia coerente con queste affermazioni.

ANGELO FANARA
Concorda con la relazione e con tutto il dibattito. Sottolinea il valore delle celebrazioni della giornata della Liberazione. L’ampia discussione sui valori dei quali siamo portatori deve continuare e può essere capace di catalizzare l’attenzione delle giovani generazioni.

WILLIAM GARAGNANI
Affronta il tema che riguarda l’educazione civica nella scuola con le 30 ore a disposizione, come indica la legge Gelmini. Nel grande disastro della legge del novembre 2008, esiste uno spiraglio che è rappresentato dalla indicazione sull’educazione civica. Come è presentata non è certo all’altezza del valore che l’educazione civica rappresenta all’interno dell’insegnamento della storia, il suo valore nella formazione delle giovani generazioni, ma queste ore vanno utilizzate al meglio. Questo insegnamento non è certo una novità, ha dietro le spalle alte personalità della cultura che su questo argomento hanno lavorato. Ora occorre che queste 30 ore siano davvero utilizzate nei modi e nelle forme dovute. Afferma che “educazione civica” è una materia importante, non è una materia inferiore alle altre. Se alla sottovalutazione si aggiunge il fatto della poca preparazione degli insegnanti, significa alla fine una materia che non conta.
Bisogna quindi lavorare perché si utilizzino queste ore per conoscere la Costituzione, coinvolgendo insegnanti, ragazzi e genitori.
Non è la prima volta che se ne parla, anche in passato si è fatto qualcosa del genere. Costituzione ai giovani in chiave pedagogico – educativa. Propone che si dia corpo a Modena a un vero e proprio “progetto” per fare conoscere la storia del ‘900. Non solo lettura del passato, ma una lettura del presente e dell’oggi. Utilizzare strumenti nuovi di espressione e di educazione. Guardare quindi al multimediale, guardare a questa materia in modo nuovo e moderno.

CONCLUSIONI di AUDE PACCHIONI
La conferenza si è conclusa con alcune indicazioni di lavoro e con il mandato alla Presidenza Esecutiva di stilare un documento che raccolga i suggerimenti venuti dal dibattito e delle proposte contenute nella relazione da fare pervenire all’ANPI Nazionale.
In particolare ha riconosciuto che il dibattito ha arricchito quanto anticipato nella relazione e ha meglio indicato la gravità della situazione economica e politica esistente nel Paese; ha sottolineato l’esigenza che l’ANPI si estenda in tutta la provincia; che lavori ad alcuni progetti specifici in particolare per l’informazione verso le giovani generazioni, nella Scuola e nella Università; e si metta mano ad un progetto che riproponga il ruolo che hanno avuto le donne nella resistenza e le basi che si sono poste per i diritti civili e personali; che sia estesa la collaborazione con le Associazione culturali, ricreative, sociali esistenti sul territorio valorizzando il lavoro di rete con ARCI, AUSER, Associazioni Combattentistiche e d’Arma e naturalmente con le Associazioni delle resistenza ALPI e FIAP.
E’ riconosciuta importante la funzione dell’Istituto Storico di Modena con il quale va intensificata la collaborazione, in particolare con la Sezione didattica proprio in relazione all’impegno verso le giovani generazioni.
E’ stata inoltre riconosciuta l’esigenza, per tutti i Comuni della nostra Provincia, di mettere in campo un progetto per la riqualificazione dei Cippi e luoghi di Memoria, rendendoli più leggibili a chi quegli avvenimenti non ha vissuto e a chi non conosce la nostra storia.
Si è deciso inoltre l’utilizzo delle oltre 7.600 firme contro la proposta di legge 1360 (parificazione partigiani con i repubblichini di Salò) depositandole presso l’ANPI Nazionale per garantire il suo eventuale utilizzo nel caso che il centro-destra presenti analoghe iniziative.
La conferenza ha inoltre deciso:
a ) lavorare insieme all’Istituto Storico e alla Associazioni Alpi e Fiap per un reale rilancio del Museo di Montefiorino. Nel luglio 2009 ricorre il 30° anniversario della sua nascita, Sarà convocata a Montefiorino l’Assemblea dei Soci dell’Istituto Storico di Modena. E’ questa l’occasione per dare corpo ad un progetto di valorizzazione di questa importante testimonianza della lotta di liberazione. Lavoriamo perché questo rilancio sia collegato con la valorizzazione del Parco S. Giulia facendo conoscere il “Memorial alla Resistenza” e il Centro servizi rinnovato nella sua gestione.
b ) Lavorare per dare luogo a Pavullo all’incontro provinciale dell’antifascismo e della Resistenza. Si tratta di ricordare la figura e l’opera di “Armando” leggendario comandante partigiano a 100 anni dalla nascita e nel 20° anniversario della morte. Una giornata con mattinata Ufficiale e un pomeriggio di festa e musica. La mobilitazione deve essere provinciale.
c ) Completare il tesseramento 2009 .
d ) Cooptare nel Direttivo Provinciale un gruppo di compagni e amici che si sono resi disponibili per riempire i vuoti lasciati da componenti impossibilitati a partecipare o ci hanno salutato definitivamente.

DOCUMENTO CONCLUSIVO DELLA CONFERENZA DI ORGANIZZAZIONE DELL’A.N.P.I. DELLA PROVINCIA DI MODENA

La conferenza di organizzazione dell’ANPI Provinciale di Modena si è svolta il 23 maggio u.s. nella sala “Panini “ della Camera di Commercio, dalle ore 9 alle ore 17,30 con breve sospensione per il pranzo. 70 partecipanti e una decina di invitati: Sindaci, partiti politici, sindacati associazioni culturali e del tempo libero.
In preparazione della Conferenza si sono svolte 18 assemblee di Sezioni e Circoli con la partecipazione di 450 persone di cui 65 donne. Il periodo scelto per la conferenza nazionale ha costretto lo svolgimento delle conferenze provinciali entro maggio e durante la campagna elettorale. Questo ha comportato un forte impegno dei Circoli e delle Sezioni subito dopo le impegnative attività di aprile per l’anniversario della Liberazione e non ha consentito un più ampio numero di assemblee.
Va considerato inoltre che a marzo era stata lanciata dall’ANPI provinciale la raccolta di firme contro la proposta di legge 1360 del centro – destra. Questa campagna ha impegnato massicciamente l’Associazione, infatti sono state raccolte 7.660 firme. Contemporaneamente numerosi Consigli Comunali si sono impegnati con O.d.G.
Il documento nazionale è stato apprezzato e approvato in particolare ritenendo la conferenza di organizzazione uno strumento importante per verificare i risultati politici ed organizzativi dopo le decisioni innovative del congresso 2006. Strumento utile anche per mettere in campo nuovo impegno nel rinnovamento verso il prossimo congresso nazionale che potrebbe svolgersi nel 2010.
Le proposte di arricchimento del documento nazionale sono, in estrema sintesi, le seguenti:
1. occorre lavorare, con la dovuta gradualità, ma i tempi sono maturi, per una maggiore unità con le altre Associazioni della Resistenza FIAP e FVL poiché non è sufficiente la collaborazione esistente nelle Province e solo nelle occasioni celebrative. La Resistenza come fatto unitario, la vita e il valore del C.L.N. che ci ha tenuti uniti fino al 1948 sono momenti alti della storia nazionale. Ci sono le condizioni per guardare con rinnovato interesse a quella unità;
2. è utile e urgente aprire un confronto con l’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Antifascisti (ANPPIA) per constatare se è proprio necessario continuare con due Associazioni che perseguono gli stessi obiettivi e si rivolgono alle stesse persone;
3. poiché finalmente si è giunti alla consapevolezza che la Resistenza è una e non tanti spezzoni separati: deportazione, persecuzione razziale e politica, resistenza militare e civile, occorre operare per giungere ad azioni unitarie e se fosse possibile ad una unica Associazione. Questa maggiore unità unirebbe nuove capacità e impegno plurale oltre che a chiarezza politica.
Infine la conferenza di Organizzazione di Modena e provincia ritiene di dovere sottolineare l’esigenza che la Conferenza nazionale nomini un gruppo di lavoro con il compito di sottoporre agli organi dirigenti dell’ANPI una proposta di semplificazione degli organismi dirigenti nazionali e di riflesso quelli provinciali.
Gli organi previsti dallo Statuto sono di difficile funzionamento e non permettono all’Associazione di essere presente con puntualità sugli avvenimenti. L’ANPI ha bisogno di una Presidenza rappresentativa dotata di poteri di indirizzo politico e di una Segreteria operativa ed esecutiva, con sufficiente autonomia, onde permettere all’Associazione di essere in campo in modo rapido.
Per quanto riguarda i gruppi di lavoro c’è accordo sulla loro formazione, ma dovrebbero essere snelli, lavorare per obiettivi e progetti, non permanenti poiché non devono sostituirsi agli organi dirigenti, ma essere capaci di elaborazioni specifiche da sottoporre agli organismi dirigenti per le decisioni.
Su questi indirizzi la Conferenza Provinciale si è espressa unitariamente come risulta dai documenti registrati.