Strage di Bologna: le testimonianze di Paolo Bolognesi
e Libero Mancuso

Come primo atto della strategia della tensione (locuzione che accomuna in un unico disegno politico l’insieme delle stragi e degli attentati in Italia nei decenni successivi alla vittoria alleata della seconda guerra mondiale). Ancora, richiamo la strage di Piazza della Loggia a Brescia, maggio 1974: attentato terroristico di neofascisti che hanno fatto esplodere un ordigno in un cestino portarifiuti durante una manifestazione indetta dal comitato antifascista, provocando 8 morti e 94 feriti. La serata si è focalizzata ovviamente sulla strage di Bologna: i numerosi ascoltatori, tra i quali in prima fila il sindaco di Carpi Enrico Campedelli, sono intervenuti più di una volta per commentare e porre domande su questa tremenda strage del 2 agosto 1980, che ha contato 85 morti e 200 feriti; si giunse a una sentenza definitiva della Cassazione il 23 novembre 1995, eventuali mandanti non sono mai stati scoperti, gli esecutori neofascisti Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro condannati all’ergastolo si sono sempre dichiarati innocenti. A seguire varie condanne per depistaggio; ultimo imputato è stato Luigi Ciavardini, con condanna a 30 anni confermata nel 2007 e anche lui continua a dichiararsi innocente. Grazie agli efficaci interventi di Mancuso e Bolognesi si è riflettuto, tra le tante cose, sulla delicata questione della non abolizione del segreto di stato in merito alla stagione delle stragi in Italia e si è parlato di ennesimo depistaggio in merito alla polemica di coloro che hanno messo in dubbio la paternità del terrorismo nero attribuita alla strage dalla magistratura italiana.
Laura Solieri