Non si abbassa la guardia: possono ancora servire le 7.500 firme raccolte a Modena

La determinazione dell’ANPI e di tutte le forze democratiche ha indotto Berlusconi a ritirare l’obrobriosa proposta di legge, presentata il 23 giugno 2008, n.1360, che aveva per oggetto “Istituzione dell’ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra”. Di fatto tale proposta, se approvata, oltre ad equiparare i partigiani con i combattenti di Salò, avrebbe esaltato il ruolo della Repubblica di Salò, che era un fantoccio nelle mani di Hitler, ed i suoi combattenti con la loro “onorevole scelta” avrebbero dato dignità all’Italia. Per i repubblichini, la dignità veniva difesa collaborando con i nazisti nel torturare, trucidare ed inviare nei campi di concentramento antifascisti ed ebrei
Berlusconi si è reso conto che se avesse insistito in tale proposta avrebbe suscitato la comprensibile reazione della parte migliore del Paese, quella che si era battuta per instaurare quei valori e quei principi, che sono contenuti nella nostra Costituzione. Riteniamo quindi che quella di Berlusconi non sia stata una spontanea scelta , ma una realistica mossa politica imposta dall’Anpi e delle forze democratiche del Paese.
La conferma ci viene da diversi segnali tra cui la lettera della Segreteria del Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, in risposta all’ordine del giorno del Direttivo Provinciale di Modena, trasmessa con una lettera del Presidente, Aude Pacchioni che, ancora una volta, ha dimostrato un particolare acume politico. Com’è noto, in tale ordine del giorno viene sottolineato che tale proposta “offende la memoria di chi è caduto per liberare il Paese dal fascismo e dall’occupazione tedesca….”. Con soddisfazione, dalla lettera della segreteria di Fini apprendiamo: “ ..il Presidente ha disposto che copia della sua lettera (della Pacchioni, ndr) e l’allegato ordine del giorno sia trasmesso alla Commissione Parlamentare competente, affinché i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione ed assumere le iniziative che ritengono opportune”.
Più in generale, non si può non condividere anche quanto afferma l’on. Manuela Ghizzoni in una lettera diretta alle strutture dell’ANPI modenese: ”La proposta di legge 1360 è lo strumento operativo di un progetto culturale di rozzo revisionismo storico affermato per via politica che alimenta irresponsabilmente la divisione delle memorie e non rappresenta (…) la strada per giungere ad una memoria condivisa…”. Anche se la vittoria è molto importante, non ci possiamo permettere di abbassare la guardia perché nelle varie iniziative del governo di centrodestra, appoggiato (purtroppo) da larghi strati della Popolazione, si intravedono programmi reazionari e qualunquistici che vanno dal razzismo all’istituzione di milizie armate, che non hanno nulla da invidiare a quelle del ventennio. Come 65 anni fa l’Anpi deve prepararsi a difendere la libertà e la democrazia nel nostro Paese.
Rolando Balugani