Dopo un anno di attacchi

01Non ci sono dubbi, questo momento induce tutti noi, almeno io spero, ad una riflessione su quanto è avvenuto nel nostro Paese in questo ultimo anno di tempo.

Nel giugno 2008 il centro – destra, in modo abbastanza privo di clamore, presenta una proposta di legge (1360) per costituire “l’ordine del tricolore” e aumentare le pensioni a chi ha partecipato alla guerra 40 –45. Vista alla superficie sembrava persino una cosa sensata, ma poi leggendo meglio il testo si afferma che questo riconoscimento va dato a tutti i cittadini che in un modo o nell’altro hanno preso parte al conflitto. Stesso riconoscimento quindi ai partigiani e resistenti e agli appartenenti alla Repubblica sociale voluta da Mussolini e nata per suo volere a Salò.
Un’ingiuria alla storia e al buon senso. Da qui un’ampia mobilitazione degli antifascisti, dei partigiani, dei democratici. Parte da Modena una raccolta di firme contro questo falso storico, e nei giorni in cui si celebrano le giornate della Liberazione, sono già 7.500 – 7660 firme. I cittadini sono indignati e protestano in modo civile, educato ma fermo. Prima riflessione: quando c’è informazione il cittadino è ancora capace di manifestare il suo pensiero e lo fa con determinazione; l’alto valore della libertà di informazione unito alla capacità di comunicazione della nostra Organizzazione sono elementi fondamentali per dare spessore alla democrazia.
Sull’onda anche di questa mobilitazione, per le affermazioni di alte cariche dello Stato sul significato della giornata della Liberazione e sul valore storico e civile del dettato costituzionale, le celebrazioni sono state ampie, partecipate, sentite. A Modena e provincia si è coniugato Resistenza e Costituzione, mobilitando insegnanti e studenti, Associazioni culturali, sindacati e partiti. Omaggio ai luoghi di memoria, impegno civile unitario e ufficiale (vedi le pagine di cronache associative).
E’ per questo, si può ipotizzare, non poteva mancare la posizione del Presidente del Consiglio. Lo ha fatto a denti stretti ma lo ha dovuto fare. Questo è altamente positivo , riteniamo di poter affermare che è anche merito della nostra insistente e convinta mobilitazione se ciò ha potuto avvenire.
Ora queste massime autorità dello Stato e il Presidente del Consiglio devono essere conseguenti. Prima di tutto ritirando la proposta di legge 1360 e questo è stato fatto. Ma si sappia la vergogna rimane e le nostre 7.600 firme sono lì pronte ad essere presentate e si mantenga l’impegno di tutte le Istituzioni dello Stato perché questa data storica sia oggetto di coerente attenzione negli anni a venire e su tutto il territorio nazionale. Ma c’è di più, occorre portare al Parlamento l’esito delle Commissioni di indagine sull’ormai famoso “armadio della vergogna”. Ci sono documenti a testimonianza delle gravissime responsabilità, sì dei nazisti ma anche di fascisti italiani per quelle terribili stragi di innocenti: Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto, ma anche Monchio, Susano e Costringano, dove furono trucidati 136 cittadini, soprattutto donne, vecchi e bambini. Perché non si trova il modo di far conoscere quelle atroci verità?
L’impegno verso le giovani generazioni, verso gli studenti delle scuole secondarie e delle superiori per fare conoscere la storia del ‘900 dell’Italia e dell’Europa. E’ nelle lezioni di storia che può essere collocato l’insegnamento dei contenuti e la genesi della nostra Costituzione. Noi dell’Associazione siamo impegnati in questa direzione.
La seconda riflessione: memoria e attualità si possono e si devono coniugare non solo per i giovani, ma per tutti noi cittadini di un Paese democratico, ricco di storia e ricco di impegno civile.
Infine le elezioni europee e amministrative del 6 – 7 giugno. Avevamo visto bene, purtroppo un numero troppo elevato di elettori non ha ritenuto di dover esprimere la propria convinzione.
Lo scontro politico aspro, troppi toni alti, troppe divisioni, e pochi contenuti, forse anche questo ha influito. Ma c’è di peggio. Il messaggio, che in troppi sottovalutano, è costituito da una convinzione che si è fatta strada: “troppa politica, troppi partiti, il Parlamento è un inciampo”, e il confronto sul merito non si realizza. Populismo e antipolitica hanno conquistato gruppi di elettori. I disprezzo o la sottovalutazione del come vive una vera democrazia, del valore del confronto sui problemi, sono più presenti di quanto non si pensi. Di questo occorre essere consapevoli prima che sia troppo tardi.
Noi in questo periodo siamo impegnati ad allargare la nostra Associazione e renderla più capace di stare in campo poiché la situazione generale lo richiede, fa testo la Conferenza di organizzazione del maggio scorso.
Vogliamo essere un’Associazione politico – culturale di antifascisti e di resistenti impegnati nella difesa e per la crescita della democrazia, non di una democrazia qualsiasi, ma di quella indicata nella Costituzione. Vogliamo strumenti più agevoli, più consoni per la soluzione dei problemi? Facciamolo, ma deve restare l’impianto base voluto dai fondatori della Carta del 1948.

Aude Pacchioni